“U P’zzill” (il pizzillo) è il nome del costume tipico che ha ornato il corpo della donna calitrana per decenni, e che il pittore ROBERTO CAPOSSELA, profondo conoscitore e appassionato della quotidianità domestica di un tempo, ha deciso di far rivivere nella sua III personale di pittura.
La tradizione della vestizione femminile, nel “pizzillo”, ha trovato spazio acuto di assoluta pomposità. La sposa, una volta avvenuta la consumazione del matrimonio, era solita presentarsi in pubblico in pizzillo. La differenza con quello indossato dalla donna nubile, consisteva nella camicia e nella “pezza” da petto. Mentre la camicia delle nubili era accollata, quella delle donne sposate presentava un’ampia scollatura, che davanti finiva a punta. Questa scollatura era contornata da un merletto inamidato, largo quasi una decina di centimetri (il pizzillo), tenuto eretto e increspato sul petto, ripiegato e liscio intorno al collo. Ma la bellezza femminile, non poteva non alimentare ulteriori segni di assoluta materialità esteriore, se non in una serie di accessori, cosiddetti “belli”, in oro, avorio e corallo, tenuti insieme da una spilla attaccata al tirante della gonna quasi all’altezza della clavicola.
Nato e vissuto a Calitri, ROBERTO CAPOSSELA, fin da giovane, inizia ad appassionarsi di pittura, seguendo lo stile dell’Iperrealismo. La particolarità dei suoi lavori è data da un magico effetto fotografico che l’occhio umano percepisce, e che è il risultato di una tecnica mista tempera-acquerello rigorosamente in monocolore. In questo modo, ogni suo lavoro, assume la sua assoluta autenticità.
“Le radici sono il solco, lo spazio, la base su cui ergersi, spostarsi, ma non allontanarsi mai definitivamente” – afferma CAPOSSELA –. Visione d’insieme tenuta unita e viva attraverso l’unicità dell’arte che lo caratterizza.
“U P’zzill” di ROBERTO CAPOSSELA, lo potrai indossare attraverso i sensi dell’attenzione a partire da sabato 18 agosto – ore 18:30 – C.so Matteotti, 15.