Domani seconda tappa di “Appia in Jazz_Riverberi”: il festival itinerante per i più suggestivi borghi del Sannio ideato e diretto da Luca Aquino farà tappa a Paduli, dove, sempre alle 21.00, presso la locale Villa Comunale, il duo argentino formato da Javier Girotto (sax) e Natalio Mangalavite (voce e pianoforte) proporrà “Estàndars”, ovvero la rivisitazione in chiave jazz degli storici brani che hanno segnato la loro formazione e influenzato la loro evoluzione artistica. Ricordiamo che tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito.
JAVIER GIROTTO
NATALIO MANGALAVITE
Sabato 19 maggio ore 21.00
Villa Comunale
PADULI
Javier Edgardo Girotto nasce a Cordoba il 17 aprile del 1965. Si avvicina alla musica grazie al nonno materno A.L.Caroli, direttore di banda, suonando prima il rullante, poi il clarinetto piccolo in Mi bemolle, nella Infanto Juvenil de Cordoba e nella banda di Villa del Rosario, per poi passare a quello in Si bemolle. Il passaggio, per un clarinettista, al saxofono è naturale. Forma e collabora con diversi gruppi, tra cui i Vertiente, i Jazz 440, “Jam”, l’Enzo Piccioni Quartet e il Juan Ciallella Quartet. A 19 anni vince una borsa di studio del Berklee College of Music e gli si spalancano finalmente le porte del mondo del jazz. Resta nella prestigiosa scuola bostoniana per quattro anni, diplomandosi in Professional Music “Cum Magna Laude”. I quattro anni statunitensi sono proficui, un periodo in cui ha approfondito gli studi di composizione e arrangiamento e di sax e improvvisazione con maestri del calibro di Joseph Viola, George Garzone, Hall Crook e Jerry Bergonzi, imparando poi, “il mestiere”, suonando con Danilo Perez, Hall Crook, Bob Moses, Herb Pomeroy. L’avventura italiana di Javier Girotto inizia a 25 anni, per curare alcuni affari della sua famiglia, di origini pugliesi, decidendo in breve tempo, di iniziare in questa nazione la sua carriera professionale. La sua prima formazione romana è “Tercer Mundo”, insieme ad Horacio “El Negro” Hernandez, sui binari del latin jazz e incide il suo primo cd “Homenaje” nel 1995 con special guest Bob Mintzer e Randy Brecker. In questo stesso periodo nasce il gruppo per il quale i sax soprano e baritono di Girotto sono maggiormente conosciuti, Aires Tango, con Alessandro Gwis al pianoforte, Marco Siniscalco al basso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni, in un connubio delle ragioni del tango con quelle del jazz che, partendo dal piacere legato all’ascolto degli stilemi della musica argentina, rassicura l’ascoltatore nell’affrontare le “rapide” della “diversità” dei suoi soli. Con Aires Tango incide ben 10 dischi e nel 2009 festeggiano 15 anni di vita con il loro disco “10/15” (appunto per indicare 10° disco e 15 anni di vita del gruppo) gemme di un percorso in cui Girotto è stato accompagnato sempre dal plauso incondizionato del pubblico, che lo ha incoraggiato ad “aprire” il progetto alla voce di Peppe Servillo e all’orchestra sinfonica. Nel 1999 nasce un altro gruppo, “Cordoba Reunion”. Nel 2000 Javier Girotto forma un doppio duo: il primo con il bandoneon di Daniele Di Bonaventura, col quale incide tre dischi: “Javier Girotto Plays Rava”, “Recordando Piazzolla”e “Recordando Gardel” con un’orchestra di 13 archi; Il secondo Duo con Luciano Biondini (accordion) con il quale incide 3 C.D. con tutte composizioni originali, ma tornando un’altra volta alla improvvisazione più libera. Tra le formazioni di Javier Girotto è l’elegante duo formato con il pianista argentino Natalio Mangalavite, con il quale ha inciso Colibrì, un cd che rappresenta la sintesi dell’intero sentire sudamericano, al quale da poco si è aggiunta la voce di Peppe Servillo, andando, così, a creare il Trio G.S.M. Già Servillo aveva collaborato insieme a Girotto in alcuni progetti di Aires Tango come guest e nel tempo la collaborazione si solidificava in un desiderio di creare un progetto insieme dove il cantante fosse protagonista dall’inizio alla fine e che vede concretizzare questo progetto nel loro primo disco dal titolo “L’Amico di Cordoba” per “Il Manifesto C.D.” Peppe Servillo è l’autore dei testi e Girotto della musica. Nel 2008 il Trio G.S.M. registra il secondo c.d. da titolo “Futbol” con ospite Toni Servillo e Fausto Mesolella. Nel 2002 entra a far parte del quartetto di Enrico Rava “Piano less” con cui incide un c.d. “Full of Life” assieme a Ares Tavolazzi e Fabrizio Sferra. Nel 2008 forma insieme a Fabrizio Bosso il “Latin Mood” documentando questo progetto nel disco “Tribute” e registrando per la Blue Note nello stesso anno il disco “Sol”; e nel 2012 il disco “Vamos”. Nel 2009 registra un disco come solista per L’Espresso “Jazz italiano live” registrato alla Casa del jazz di Roma” insieme ad Aires Tango e Luciano Biondini. Nel 2011 inizia la propria avventura discografica inaugurando la “JG records” con un suo primo disco (registrato completamente in Argentina e con musicisti di Cordoba e amici di vecchia data) “Alrededores de la Ausencia”. Dal 2009 al 2011 è stato insegnante nella cattedra jazz del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, a dato innumerevoli seminari nei Conservatori di Pesaro, Lecce, Salerno, ecc….e nelle varie scuole di musica di tutta Italia e del mondo. Infinite sono le collaborazioni di Javier Girotto, da Enrico Rava a Roberto Gatto, con il trombonista Gianluca Petrella, Rita Marcotulli.
ESTANDARS
La parola “estándar” è l’equivalente spagnolo del termine ‘standard’, utilizzato in contesto anglofono per indicare composizioni jazz di grande successo che, interpretate ed incise innumerevoli volte, sono divenute brani di repertorio, riconosciuti come patrimonio musicale comune. In Argentina e in America Latina, parallelamente, con “estándar” ci si riferisce ad un insieme di canzoni e temi tradizionali del folklore autoctono, dai generi più disparati: zamba (una danza in tre tempi, ma assai diversa dalla samba brasiliana), chacarera (un’altra danza argentina di coppia che si balla in gruppo), chamamé (un genere proprio dell’Argentina settentrionale, di lontana origine europea), milonga (tipica della regione del Rio de la Plata), tango e candombe (dalle radici africane). Girotto e Mangalavite dichiarano: “Siamo entrambi argentini e proveniamo dalla stessa città: Cordoba. Riproporre dunque in chiave jazzistica i ‘nostri’ standard ha significato per noi ripercorrere insieme alcune tappe fondamentali della nostra formazione e della nostra evoluzione artistica, partendo proprio dalle comuni origini ed esperienze. Con sole due eccezioni in realtà: il brano San Pedro en El Espinal, che è un tema classico colombiano, dedicato al nostro amico Alvaro Aterhotua e la celebre canzone di Armando Trovajoli ‘Roma nun fa’ la stupida stasera’, che rappresenta un omaggio alla nostra città di adozione, reinterpretato alla nostra maniera. La seduta di registrazione del disco è stata effettuata in studio con del pubblico presente nella stessa stanza di ripresa. Una sorta di live in studio, in stile ‘buona la prima’, per mantenere il carattere spontaneo e qualche ‘perfetta’ imprecisione”.