Il Nuovo Magnifico Visbaal Teatro presenta “Esiti” , quattro spettacoli per due giornate di teatro dedicate agli esiti della scuola elementare del teatro – Conservatorio popolare per la Arti della scena Teatro diretta da Davide Iodice.
Gli appuntamenti sono per venerdì 23 marzo alle 20:30 e sabato 24 marzo alle 21:00 con possibilità di prenotare un unico ingresso per entrambe le serate.
INFO E PRENOTAZIONI 333 63 04 056 – 331 223 26 01
Questi i titol:
Venerdì 23 marzo ore 20:30
“LA GEISHA CHE DANZA PER AMORE” di e con Chiara Alborino ed il supporto di Teatro Piccolo Bellini/Napoli, Teatro di Pietralata/Roma, Tip Teatro/Lamezia Terme, cura artistica e organizzativa Scuola Elementare del Teatro /Conservatorio Popolare per le Arti della Scena
Si tratta di un assolo di teatro e danza contemporaneo ispirato al teatro giapponese. In un’atmosfera sospesa tra la realtà ed il sogno, una geisha si reca sulla tomba dell’amato defunto per rievocarne la presenza attraverso un rito d’amore. Dai sentimenti generati dal ricordo nascono delle danze. “È un sottile panteismo a fare da collante, tramutando le cose, conciliando gli elementi, stimolando i sensi e l’intelletto di chi guarda e può lasciarsi scivolare tra metamorfosi grazie alle quali un battito d’ali può farsi vento e il vento può farsi carezza tra i capelli di una giovane geisha”. [Chiara Mattei per Culturalmente.it]
Venerdì 23 marzo ore 21:10
SUPERNOVA – uno studio di scrittura collettiva per la regia di Mario De Masi con Mario de Masi – Alessandro Gioia – Lia Gusein Zadè – Fiorenzo Madonna , cura artistica e organizzativa Scuola Elementare del Teatro /Conservatorio Popolare per le Arti della Scena
La supernova è un’esplosione stellare provocata da una stella che ne ingloba un’altra più piccola, dando luogo a una reazione violentissima e luminosissima che dura per un certo tempo. La materia prodotta dall’esplosione si disperde nell’universo dando vita a nuove stelle, mentre il nucleo collassa su se stesso e crea un buco nero.
Supernova è la storia della generazione di una famiglia, dalla nascita alla sua disgregazione.
Alla morte grottesca e improvvisa del padre, i tre figli si scoprono adulti loro malgrado.
Differenti le reazioni: fuga, responsabilità, stallo. La madre, forza attraente e respingente allo stesso tempo e nucleo morente intorno al quale si continua a orbitare, plasma il carattere dei figli e ne determina i singoli percorsi.
Poco prima della sua morte, questi percorsi si rintrecciano di fronte al disfacimento della famiglia e delle memorie a essa legate.
Fuga e ritorno in una realtà che non muta, eternamente consegnata al vano tentativo di sfuggire al tempo: si scappa dalla morte per tornare alla morte.
L’uomo al cospetto del vuoto, non può far altro che osservare la natura effimera della propria esistenza.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Venerdì 23 marzo ore 21:50
“Un Trauma chiamato desiderio” di e con Chiara Vitiello, aiuto Regia Tonia Persico, cura artistica e organizzativa Scuola Elementare del Teatro/ Conservatorio Popolare per le Arti della Scena
Un flusso di coscienza di quelli che ti arrivano sempre quando sei in un studio medico che aspetti una visita. Osservi il soffitto, lì già stesa, e cominci a ripeterti tutte le cose che vorresti sentirti dire e tu dire. Il medico ritarda e a te non resta che inseguire questa voglia.
Un racconto ad alta voce dell’immaginazione che vede organi come mondi e rapporti come amore e basta. Ho lasciato che le parti del mio corpo si raccontassero, una ad una.
Dopo tante pagine mi sono accorta di aver dimenticato il cuore e così, naturalmente, ho accettato questa scelta. In fondo di parola ne ha già.
Sabato 24 marzo ore 21:00
“IO SONO UNA FARFALLA”, di Antonio Stoccuto per la regia Antonio Grimaldi con Antonio Stoccuto e Antonio Grimaldi, elaborazioni sonore a cura di Dj Tony Macrì, cura artistica e organizzativa Scuola Elementare del Teatro/Conservatorio Popolare per le Arti della Scena.
Con la collaborazione di Ex Asilo Filangieri di Napoli – Teatro il Giullare di Salerno – Teatro Grimaldello
Lo spettacolo è una sensibile visionaria narrazione di strascichi di una storia appartenente ad una donna transessuale (fonte che lasciamo anonima per privacy), sensibile per sottigliezza, passione, durata di studio e di lavoro intorno alla figura della fonte.
Il lavoro nasce dall’esigenza dell’autore di attraversare il complesso universo dell’identità di genere .
Lo spettatore si troverà davanti ad un allestimento scenico essenziale, visionario, dinamico, in cui il sogno e l’ incubo appaiono lo schema più adatto ad accogliere le tematiche affrontate nella drammaturgia.
Al centro c’è l’affascinante, fragile, sincera figura della donna transessuale, che non solo scopre la sua identità, ma anche rinasce e dà inizio alla nuova vita che arriva fin qui.
Essa somiglia a tutti noi, uomini e donne di questione di tutti i tempi, siamo soli quanto lei, aldilà della mancata coincidenza tra sesso biologico e identità di genere, distruggiamo la vita fuori e dentro di noi continuamente durante le nostre crisi d’ identità, generando una transazione di noi stessi che abbatte i conflitti tra personalità e identità; nasce ogni volta così un profilo identificativo umano che combacia con la nostra realtà mutante.
Il drammaturgo dello spettacolo Antonio Stoccuto hal’arduo compito di tratteggiare la donna transessuale.
Essa, interpretata dall’autore stesso, si trasporta via dalla violenza umana e si arricchisce di tutte le sfumature per una nuova genesi.
Ad accompagnarla nel mutamento audace e violento, interviene la figura della madre, con caratteri tenebrosi, assume il ruolo violento di una punizione.
Un innamorato, con tratti di soave dolcezza, capace di trasportare in un mondo fiabesco la scena, con la sua danza che solo sa coniugare la linea sottile tra amore e morte, volo e baratro.
Entrambi i ruoli sono affidati all’ interpretazione di Antonio Grimaldi, attore e regista dello spettacolo, artista alla soglia di una maturità espressiva che sorprende.
La tessitura di tutto lo spettacolo viene scandita sempre a vista sulla scena, ogni cambio, ogni azione è messa a disposizione del pubblico che così può fruire con la visione un completo coinvolgimento con la realtà scenica.
E’ il risultato dell’analisi dell’essere nel suo continuo divenire sino a raggiungere ciò che si è.
L’identità transgender si avvicina spesso alla figura dell’artista nel divergere da qualsiasi categoria o normativa o struttura.
SCUOLA ELEMENTARE DEL TEATRO | CONSERVATORIO POPOLARE PER LE ARTI DELLA SCENA
La Scuola Elementare del Teatro | Conservatorio Popolare per le Arti della Scena è un luogo di ricerca e formazione permanente, un laboratorio produttivo, una rete di cooperazione. La frequenza è gratuita e la platea privilegiata è quella segnata dal disagio economico e sociale, così come dalla disabilità fisica e intellettiva.