In occasione del Giorno della Memoria, andrà in scena presso il Teatro De Simone, in prima assoluta, la nuova produzione della compagnia Teatro Eidos, “La musicista di Auschwitz”. Scritto e diretto da Virginio De Matteo e liberamente ispirato al libro autobiografico “La ragazza con la fisarmonica” di Esther Béjarano, lo spettacolo vedrà sul palco Mimmo Soricelli e Raffaella Mirra, con Eduarda Iscaro alla fisarmonica e Vincenzo De Matteo alla chitarra. Tre matinée, il 25, 26 e 27 gennaio (alle ore 10,00) saranno dedicate alla visione da parte delle scuole e faranno parte della storica rassegna “AnGHIngò Scuola”, patrocinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Benevento e curata dal Teatro Eidos. La pièce avrà anche una replica serale, il giorno 27 (alle ore 20,30), per poi essere rappresentata il 30 gennaio a Orsogna (CH), il 31 a Osimo (AN) e il 5 e 6 febbraio ad Ariano Irpino (AV).
Queste le note di regia: “Esther è una giovane ebrea tedesca, che sopravvive ad Auschwitz grazie ai sui studi in musica. Arrivata nel lager, le chiedono: “Cosa sai fare?”. Lei risponde: “Suono il piano”. Le assegnano invece una fisarmonica, ma la ragazza riesce a trovare gli accordi giusti e a entrare nell’orchestra femminile del campo, l’unica formazione di sole donne di tutti i lager nazisti. Lo spettacolo narra le vicende della sua vita: l’infanzia, la deportazione e la liberazione, l’approdo in Palestina e poi il ritorno in Germania, dove riprenderà la carriera di musicista, con un repertorio che spazia dai testi di denuncia sociale ai canti tradizionali yiddish e della Resistenza.
Esther è un’artista e una donna del Novecento profondamente libera, che ha fondato tutto il suo percorso sul valore della testimonianza e su una incrollabile fiducia nel futuro. Le sue note, che nell’orrore di Auschwitz dovevano anche accompagnare gli ignari deportati a morire, sono diventate un canto d’amore e di ribellione contro ogni forma di discriminazione e intolleranza, che ancora oggi la Béjarano diffonde con straordinaria forza.
Il racconto della sua storia, recitato dagli attori e costruito su una serie di rimandi a episodi significativi, è intervallato da melodie e canzoni del Ventesimo secolo, eseguite dal vivo da due musicisti. Una fisarmonica e una chitarra conducono lo spettatore in un mondo dalle sonorità ancestrali, dove trovano la loro genesi la musica popolare e la musica colta: un modo coinvolgente per narrare, e per non dimenticare, l’immane tragedia dell’Olocausto.