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Benevento| Cena in bianco, L@p Asilo: ” in scena l’ostentazione del potere”

Benevento| Cena in bianco, L@p Asilo: ” in scena l’ostentazione del potere”

24 Agosto 2017 | by Anna Liguori
Benevento| Cena in bianco, L@p Asilo: ” in scena l’ostentazione del potere”
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“Giovedì 31 Agosto si chiuderà la kermesse di Città Spettacolo con la seconda edizione della “Cena in Bianco”, un format scopiazzato e ormai poco originale grazie al quale la buona borghesia di provincia, almeno per una sera, può sognare la mondanità delle grandi capitali europee.
Le cene in bianco, come tutte le tipologie di cene non convenzionali, nascono del resto proprio nelle grandi città europee con lo scopo di stimolare socialità, convivialità e relazioni sociali in quei contesti metropolitani dove maggiore è l’atomizzazione sociale e più difficile la nascita di nuove relazioni di prossimità.
Purtroppo nella nostra piccola cittadina, la cena in bianco null’altro è che mera ostentazione di sé, ostentazione del potere, ostentazione di ricchezza, di notorietà e allo stesso tempo occasione anche per un “comune mortale” di sentirsi, almeno per un giorno, alla pari dei padroni di casa addirittura così magnanimi da accogliere a corte anche il più umile suddito.
Ancora non è dato sapere certo la modalità di svolgimento della famigerata cena, nè le misure di sicurezza che verranno adottate in conformità alla rigida direttiva Gabrielli che nella nostra città già da diversi mesi ha limitato fortemente sia le attività commerciali nel centro storico sia lo svolgimento di eventi pubblici come ad esempio la proiezione nelle piazze centrali della finale play off che ha visto il Benevento salire in massima serie.
Non è dato sapere il perché delle gare di appalto disertate per l’espletamento dei servizi esterni durante città spettacolo né a chi saranno concessi e nemmeno quale ditta si aggiudicherà il servizio catering durante la cena in bianco o se ogni cittadino potrà organizzarsi autonomamente come lo scorso anno.
Il primo dato che emerge e che dovrebbe far riflettere la comunità è il doppio binario utilizzato dalla questura di Benevento e dal Prefetto, che sicuramente anche quest’anno parteciperà al gran gala dell’ostentazione, riguardo alla direttiva Gabrielli e il Decreto Minniti sulla sicurezza.
E’ sempre più evidente che tali dispositivi securitari e di controllo colpiscano solo ed esclusivamente i semplici cittadini, i lavoratori, i commercianti, per i quali vige il divieto di vendita di alcolici in vetro, i poveri, i tifosi cui viene addirittura impedita la visione di una partita in pubblica piazza.
I decreti sicurezza quindi vengono utilizzati con dovizia e accortezza da chi gestisce e amministra il potere solo per “normalizzare” le fasce più deboli della società, per blindare interi territori ed impedire addirittura la libera circolazione delle persone in occasione della visita di Ministri o Capi di Stato.
Quando invece sono i sindaci, i prefetti, gli amministratori con l’intero seguito di cortigiani a dar vita a discutibili “grandi abbuffate” nell’arteria principale della città, trasformata nel Salotto di Casa Mastella,  allora il Questore pare sia pronto a chiudere non solo un occhio, ma addirittura tutti e due dinanzi alle decine e decine di bottiglie di champagne che saranno stappate e dinanzi alle posate in argento che verranno utilizzate.
Non saremo mai tifosi dei dispositivi securitari e repressivi, ma è necessario evidenziare ancora una volta come il potere preservi, difenda e assolva se stesso mentre perseguiti i liberi cittadini privati di ogni minima libertà.
Del resto cosa abbiamo da festeggiare, da ostentare noi comuni cittadini di Benevento?
Il dissesto finanziario voluto fortemente dalla Giunta Mastella come alibi al proprio immobilismo?
La sporcizia della città e l’abbandono cui versano i nostri monumenti?
La scellerata gestione dei trasporti di Trotta Bus che non paga gli stipendi ai dipendenti?
L’abbandono e il tentativo di privatizzazione e speculazione sugli spazi comunali con destinazione sociale e culturale lasciati all’incuria e al vandalismo?
La mancanza di un servizio mensa decente per i nostri bambini?
L’abbandono delle contrade e dei quartieri popolari?
La mancata costruzione delle case popolari contro l’emergenza abitativa che attanaglia la nostra comunità?
La mancanza di un’idea di città da parte di chi amministra se non la mera preservazione di se stessa come classe agiata e privilegiata che non prova nemmeno vergogna nel chiedere con cotanta disinvoltura gli accrediti per poter vedere gratuitamete le partite.
La cena in bianco non va contestata come evento in sé, che nella suo originario scopo è anche condivisibile, la cena in bianco va contestata per ciò che rappresenta nella nostra città ovvero la più macabra manifestazione e ostentazione di chi amministra indisturbato il potere e che con arroganza e sfacciataggine pretende in ogni settore, sia anche un biglietto gratis di una partita, di essere privilegiata rispetto a noi comuni mortali.”

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