I riti penitenziali del venerdì santo a San Lorenzo maggiore, rappresentano il gran momento della comunità che esprime la propria gratitudine al Cristo e la Vergine Addolorata. Quest’anno l’appuntamento è per Venerdì 14 Aprile con l’inizio della processione previsto per le 19.30 con partenza da Piazza Largo di Corte. Una tradizione di certo singolare, che si perde nella notte dei tempi e che chiama alla partecipazione tutti i Laurentini vicini e lontani nonché turisti, fedeli e curiosi. Le prime testimonianze riguardo la processione risalgono al ‘700, quando l’antica chiesa di San Rocco, nel centro storico del paese, fu dotata di una pregevole statua della Vergine Addolorata, la stessa che ancora oggi viene portata in processione e in onore della quale essa si svolge. Tutti i Laurentini sono legati all’Addolorata da una sincera devozione, aumentata anche dai numerosi miracoli operati per intercessione della Vergine. Fino agli anni sessanta del ‘900, la processione si svolgeva alle 7 del mattino con partenza dalla chiesa di San Rocco: il lunghissimo corteo era aperto da un gruppo di giovani, che cantavano salmi penitenziali e dalle varie confraternite; seguivano i battenti, che si percuotevano (e si percuotono tutt’oggi) con la disciplina, oggetto penitenziale dotato di piastrelle taglienti di ferro; dopo di essi veniva la statua della Madonna Addolorata, portata a spalle da incappucciati appartenenti ad alcune famiglie che tramandano la tradizione da diverse generazioni; in ultimo vi era la grande moltitudine di fedeli, molti dei quali scalzi e recanti ceri votivi. Con il mutamento della liturgia, la processione è stata spostata al tardo pomeriggio ma conserve inalterate le altre caratteristiche. La funzione inizia nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire con l’adorazione della Croce; in seguito vi è lo spostamento verso la chiesa del SS nome di Dio, dove sono esposte le statue di Gesù morto e della Vergine Addolorata, rivestita delle sacre vesti e da qui ha inizio la toccante processione. I battenti, uomini e donne Laurentini ma provenienti anche da paesi vicini, indossano un camice bianco che richiama la purificazione, il volto è coperto da un cappuccio forato agli occhi che li rende irriconoscibili e la testa è circondata da una corona di lunghe spine che richiama quella di Cristo, ai fianchi portano un lungo cordone intrecciato che richiama le funi con cui Cristo fu legato e flagellato; scalzi e con lento incedere percorrono le strade del paese che echeggia canti commoventi eseguiti dal numeroso coro di giovani e dal popolo. Il momento più particolare è quello in cui, al termine della processione, il corteo arriva in piazza largo di corte: qui avviene il commovente incontro tra l’Addolorata e i battenti che procedono in ginocchio fino all’interno della chiesa. È una delle processioni più partecipate e ciò fà capire quanto i Laurentini vivano intensamente la settimana santa, da sempre un momento di penitenza e redenzione. Questo ultimo aspetto ce lo conferma anche Don Giovanni, parrocco di San Lorenzo Maggiore, ‘’Il Venerdì Santo, oltre ad essere un giorno di digiuno, astinenza, e penitenza, così come ci chiede la Chiesa, è il giorno Santo dell’intera Settimana Santa, perché a San Lorenzo Maggiore la gente sente molto il partecipare al dolore di Gesù e al dolore della Vergine Addolorata.’’ Tali riti potrebbe risultare poco comprensibili agli occhi esterni, ma anche su tale prospettiva è sempre il parroco laurentino, lui stesso esterno, a chiarire le personali impressioni registrate la prima volta che ha vissuto la particolarità del Venerdì Santo di San Lorenzo Maggiore ‘’la mia prima impressione è stata molto emozionante, soprattutto vedere tanta gente partecipare ad una Processione così particolare. L’importante è unire corpo, anima mente e coscienza a quello si fa e ciò per cui si prega. Il mio invito è consigliare la partecipazione a tutti i riti della Settimana Santa, tutto ciò per cui la Chiesa ci invita a vivere nel corso della Settimana Santa. Devo dire, con molta soddisfazione, che anche i miei parroci predecessori, hanno lavorato molto bene in tal senso in questa comunità parrocchiale. Il messaggio più bello che vi possa essere è quello di sentirci partecipi delle sofferenze di Gesù e compartecipi al dolore della Vergine Addolorata, per ciò che ha visto visiere a suo figlio. Il buon cristiano, sa che partecipando a questa processione e tale rito di penitenza, li vive in tutto e per tutto. Il messaggio della fede deve durare tutto l’anno liturgico. È bello che a questa processione si partecipi con la consapevolezza di ciò che si fa e con tanta fede nel cuore.’’