AVELLINO – Settimo appuntamento con il programma di Rai3 “Sono Innocente”, condotto dal giornalista Alberto Matano, in onda domani alle 21.10. Il dramma e il riscatto di uomini e donne accusati ingiustamente, le storie di persone che da una vita normale e tranquilla si trovano catapultate in un vero e proprio incubo, la realta’ cruda e difficile del carcere. I casi raccontati questa settimana sono quelli di Gerardo De Sapio e di Vittorio Luigi Colitti. L’otto marzo 2008 e’ un giorno che Gerardo De Sapio non dimentichera’ mai. E’ l’inizio di un incubo per il brigadiere dei Carabinieri di Avellino, trent’anni in prima linea contro la criminalita’ organizzata, che viene arrestato dai suoi colleghi, su disposizione della Dda di Napoli, per favoreggiamento al clan Genovese. Avrebbe passato informazioni di natura mafiosa. De Sapio trascorrera’ diciannove lunghi giorni di carcere, quello militare di Santa Maria Capua Vetere, dove il sottufficiale conoscera’ anche Bruno Contrada. L’onore di una carriera, vissuta in zone calde della Campania da sottufficiale, sara’ restituito solo nell’aprile del 2009, quando il Gip del Tribunale di Napoli lo dichiarera’ assolto per . Per il brigadiere e’ la fine di un incubo. Vittorio Luigi Colitti ha trascorso oltre 14 mesi presso l’istituto penale minorile di Bari per un omicidio che non ha mai commesso. Infatti, ancora minorenne, e’ stato accusato (in concorso con il nonno Vittorio) dell’omicidio di Giuseppe Basile, consigliere dell’Italia dei Valori, assassinato davanti alla sua abitazione a Ugento – in provincia di Lecce – la notte tra il 14 e il 15 giugno del 2008. Il giovane e’ stato assolto per ben due volte. La sentenza e’ diventata definitiva e irrevocabile il 28 maggio 2013. Una vicenda che ha segnato per sempre la vita del giovane e della sua famiglia. Vittorio, un ragazzo come tanti, ha visto sgretolarsi nei mesi i suoi affetti, gli studi, il lavoro e i legami piu’ cari. Ha sviluppato, come accertato dai consulenti, “un disturbo post traumatico da stress di grado severo, attualmente in fase cronica, e con sopraggiunti attacchi di panico, con un danno biologico residuo pari al 35%”.