SANT’AGATA DE’GOTI – Sono accorsi da Estonia, Lituania, Polonia e Romania i giovani “team leader” che si occuperanno degli ultimi preparativi per lo scambio internazionale “Il Cratere di Europa, simbolo delle differenze” (in sintesi “Krater”), che si terrà a Sant’Agata de’ Goti dal 5 al 18 novembre. Il meeting preliminare, tecnicamente “APV – Advanced Planning Visit”, coinvolgerà il comune saticulano fino al 22 settembre. Organizzato dalla “Cooperativa Immaginaria” di Benevento e cofinanziato dal programma “Erasmus+” dell’Unione Europea, il progetto “Krater” prende il nome dal celebre vaso realizzato nel IV secolo a.C. dal ceramista pestano Assteas e ritrovato proprio a Sant’Agata negli anni Settanta del secolo scorso. Famoso in tutto il mondo anche a causa delle sue peregrinazioni tra mercati neri internazionali, il Cratere di Assteas, oggi esposto al Museo Archeologico del Sannio Caudino di Montesarchio, ospita una mirabile rappresentazione del mito del ratto di Europa. Un mito fondativo della storia e dell’identità europee che, nei panni della fanciulla scelta e rapita da Zeus, esprime l’idea di un’Europa amata dagli dèi, benedetta e fertile.
«Un mito su cui lavorare come “simbolo delle differenze” ma anche dell’unione tra i popoli del Mediterraneo», osserva il presidente della “Cooperativa Immaginaria” Claudio D’Agostino. All’insegna delle contaminazioni, dunque, il progetto segue un doppio binario, proponendo workshop creativi (teatro, musica e danza) e gastronomici, ovvero attività che, attraverso il gesto performativo o culinario, perseguono in fondo lo stesso scopo: la ricerca del benessere psicofisico e l’inclusione dell’altro. «Lo scambio – spiega Gianluca Iacuvelle, presidente di “Ymca Parthenope Onlus” che collabora all’organizzazione di “Krater” – propone un approccio integrato per contrastare il problema trasversale dell’omologazione culturale, con annessi pregiudizi e svilenti chiusure nei confronti del “diverso”.» Niente comparti stagni, dunque: nel progetto “Krater” si lavorerà parallelamente con la cultura e la farina: «Riteniamo – dichiara il coideatore dell’evento Ivan Prisco – che certi valori culinari possano nutrire anche le relazioni sociali, sollecitando il piacere della condivisione e il gusto per la “spezie della diversità”».