BENEVENTO- Mercoledì 18 maggio, alle 17,30, nell’aula consiliare della Rocca dei Rettori, sarà presentato il libro di Pierluigi Battista “Mio padre era fascista”, edito da Mondadori.
A dibattere con l’autore, noto editorialista del Corriere della Sera, sarà Gennaro Malgieri. I lavori saranno introdotti da Pasquale Viespoli, presidente di Mezzogiorno Nazionale.
Il libro di Pierluigi Battista è incentrato sulla storia del padre che da giovanissimo aderì alla repubblica di Salò, una scelta che gli avrebbe condizionato la vita. Partito volontario per la campagna di Grecia a soli diciotto anni, prima dei ventidue aveva perso una guerra civile e rischiato la fucilazione, finendo rinchiuso in un campo di concentramento. Nei giorni della Liberazione era stato insultato da quelli che fino a pochi giorni prima avevano indossato la camicia nera, donato l’oro alla patria e inneggiato al duce.
E contro questi italiani pavidi e meschini si scaglierà sempre, con testarda determinazione, vivendo due esistenze distinte: da un lato l’avvocato borghese, stimato e apprezzato dai colleghi, dall’altro il repubblichino umiliato, sconfitto. “Mio padre erano due” dice Battista: lo specchiato professionista, casa ai Prati e studio ben avviato e l’esule in patria che non dimenticò mai la pubblica gogna cui lo sottoposero i vincitori.
Un padre contro cui il figlio si scaglierà compiendo scelte opposte, rifiutandone l’autorità e le ragioni; un figlio che per ripicca in ogni 25 aprile festeggerà la sconfitta paterna, a rimarcare il senso di una sfida, fino a quando, con questo libro, verrà il momento della riconciliazione, perché, ammette Battista, “non sono più sicuro di niente, di cosa sia giusto e sbagliato, in questa mia, in questa nostra storia di affetti e di politica mescolati insieme”.