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La presentazione del libro del beneventano Francesco Lepore

La presentazione del libro del beneventano Francesco Lepore

27 Aprile 2016 | by Anna Liguori
La presentazione del libro del beneventano Francesco Lepore
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Nella splendida cornice partenopea del monastero di S. Chiara sarà presentato giovedì , alle 16.30, l’ultimo volume dello studioso beneventano Francesco Lepore. Edito per i prestigiosi tipi della Libreria Editrice Vaticana, il volume è intitolato “Seraphica Charitas”. Note storico-critiche sull’alcantarino Carlo di S.Pasquale (1818-1878). Frutto d’anni di ricerca e d’un escavo archivistico, condotto in Avellino, Benevento, Cerreto Sannita, Cusano Mutri, Foggia, Napoli, esso ripercorre le vicende umane e spirituali del sannita Giuseppe Vitelli. Tutta la vita di lui si svolse all’insegna d’un ardente amore per Dio e il prossimo in un ottica squisitamente francescana.

L’attrazione per l’ideale serafico lo condusse così dalla natio Cusano tra gli Osservanti di Sepino, per poi approdare nel 1842 tra gli Alcantarini di Piedimonte Matese. Fu il desiderio d’una sequela più conforme agli insegnamenti del Poverello d’Assisi a portare il giovane Giuseppe tra i Minori Scalzi (o Alcantarini) della Provincia napoletana di S. Pietro d’Alcantara, dove vestì l’abito di terziario conventuale col nome di fratel Carlo di S. Petronilla e professò, il 13 luglio 1845, con quello definitivo di Carlo di S. Pasquale. Il suo fu un vissuto autenticamente serafico, che s’impose ovunque e senza clamore agli occhi altrui. S’impose nei conventi, cui fratello Carlo fu assegnato dall’obbedienza: Sepino, Piedimonte, Napoli, Mirabella, Airola. S’impose in Cusano Mutri, dove ritornò nel 1866 all’indomani delle leggi di soppressione, per morirvi il 16 marzo 1878.  La devota stima, di cui fu circondato in vita, aumentò inarrestabilmente come comprovano i necrologi provinciali, tanto manoscritti quanto a stampa (che segnalano come fratello Carlo sia morto “con fama di santità” o “grande fama di santità”), la raccolta di testimonianze giurate sulla di lui vita, le numerose biografie, l’afflusso di fedeli presso la sua tomba.

A dispetto di ciò non è stato finora aperto il relativo processo diocesano in vista della beatificazione e canonizzazione, essendo sempre mancata una vita documentata del Servo di Dio come è stato spesso lamentato dai singoli Vescovi di Cerreto e dalla Postulazione Generale dell’Ordine dei Frati Minori.
Si è cimentato nell’impresa Francesco Lepore che – ricevuto l’incarico da Marco Fetto, Presidente dell’Associazione Amici di Fra Carlo, sulla spinta di Mons. Antonio Raviele e Don Raffaele Pettenuzzo – sembra essere riuscito nell’intento qualora si consideri la splendida prefazione al volume di Fra Michael Antony Perry, Ministro Generale OFM, e, soprattutto, il rilievo finale dello stesso: «Nel ringraziare dunque l’autore d’aver condiviso il frutto delle sue lunghe ricerche, formulo l’auspicio che la sua pubblicazione possa anche risultare utile ad introdurre – come desiderato da tanti – la causa di Fratel Carlo di S. Pasquale, che fino ad ora è stata saggiamente ritardata in attesa di notizie sicure e più dettagliate, quali sono appunto quelle adesso rinvenibili in Seraphica charitas».

Il motivo di tale auspicio è infatti indicato dallo stesso prefatore, che ha così descritto il volume: «La biografia si muove su due binari. Essa è un’opera agiografica e, in quanto tale, scritta ad aedificationem. Ma il carattere spirituale è inscindibile da quello storico-critico, che ne costituisce il fondamento. Di ogni affermazione è fornito il rimando documentale e, quando le testimonianze dirette sono lacunose, l’accurata ricostruzione dell’ambiente familiare, sociale e religioso ne sostanzia indirettamente il profilo unitamente a un costante raffronto coi testi legislativi e ascetici dell’alcantarinismo, di cui il dott. Francesco Lepore mostra d’avere familiarità. Seraphica charitas è insomma un libro da leggere per chi voglia scoprire la figura d’un francescano autentico così come la intravidero e ne scrissero succintamente nomi illustri dell’Ordine quali, per citarne qualcuno, Ferdinando Diotallevi e Gioacchino D’Andrea».

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