Venerdì 1 aprile alle 11.30, la Fattoria Sociale Isca delle Donne della rete Mediterraneo Sociale, in via Ventole SNC a Pratola Serra (AV), presenta il suo primo vino, il Fiano di Avellino D.O.C.G. “Isca”, nato dalla sinergia di psicologi e contadini, volontari e persone nel disagio, nello spirito delle Comunità Locali Sostenibili create da Mediterraneo Sociale. Il Fiano “Isca”, vinificato da Vigne Irpine a cura dell’enologo Domenico Polzone, arricchisce la filiera della fattoria, che già vanta produzioni di qualità come i piccoli frutti, il miele dalle proprie arnie, le ortive di stagione, le marmellate artigianali, il mosto cotto, le conserve.
I proventi dei prodotti, tutti coltivati a chilometro zero, sono interamente destinati a sostenere le azioni di Isca delle Donne e acquistabili mediante distribuzione diretta in fattoria. Interverranno alla presentazione il Portavoce del Forum Nazionale Agricoltura Sociale, Salvatore Cacciola, il sindaco di Pratola Serra, Antonio Aufiero, il direttore della Coldiretti Campania, Salvatore Loffreda, la direttrice dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.), Annamaria De Gruttola, il fiduciario di Slow Food Avellino, Carlo Iacoviello, il direttore regionale Caritas Campania, Carlo Mele, il delegato dell’Associazione Italia Sommelier, Annito Abbate, il direttore del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria (CREA), Marco Scortichini e il direttore generale ASL Avellino, Mario Nicola Vittorio Ferrante.
Dalle 9.30 l’Open Class del master di II livello MIART (Manager delle imprese agro-sociali e delle reti territoriali), il cui tema sarà “Agricoltura sociale: la formazione e la rete delle imprese”. L’ Open Class è a cura del direttore del Dipartimento di Diritto, Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM) dell’Università degli studi del Sannio, Giuseppe Marotta, coordinatore del master MIART, messo a punto per la prima volta lo scorso anno dal dipartimento DEMM dell’Unisannio con Mediterraneo Sociale. Interverranno all’Open Class il presidente del GAL Partenio, Luca Beatrice, e il funzionario della Regione Campania Italo Santangelo.
Il Fiano di Avellino D.O.C.G “Isca”, una storia di storie
Il Fiano D.O.C.G. “Isca” rappresenta la prima annata di produzione viniviticola della Fattoria Sociale Isca delle Donne. La vigna di uva Fiano di Avellino di Isca delle Donne esiste dal 2009, e fino a questo momento due delle tre parti della produzione sono state vendute a frutto, mentre con una parte si è tentato un primo esperimento di vinificazione nel 2011. “Isca”, prodotto in 4000 bottiglie, è un vino ricavato da uve Fiano 100%, coltivate a Guyot su un terreno che è per sua natura argilloso e calcareo.
Le uve sono state vendemmiate nella prima decade di ottobre. Il vino, soggetto a 20 giorni di fermentazione, è stato poi affinato per 2 mesi in acciaio. “Isca” è oggi un vino Fiano di Avellino D.O.C.G. dal gusto armonico, morbido e corposo e dal profumo inebriante, intenso e persistente, con sentori di nocciola tostata, perfetto per essere gustato col pesce, le carni bianche e i formaggi.
«Il vigneto è l’area di lavoro principale della fattoria – dice la dottoressa Adele Galdo, direttrice della Fattoria Sociale Isca delle Donne – e quest’anno per la prima volta abbiamo deciso di vinificare il nostro Fiano di Avellino e vendere a frutto un terzo del prodotto. Chi decide di impegnarsi in un’attività come quella agricola, e vitivinicola in particolare, non può non sporcarsi le mani. Bisogna vivere la terra, curarla e sperimentare. Se l’Irpinia è la patria del vino e il nostro capoluogo ha la fortuna di regalare il proprio nome alla denominazione del Fiano, perché non fare in modo che la nostra realtà diventi un simbolo del nostro territorio? Simbolo di lavoro, simbolo di produzione e simbolo di inclusione, perché “produrre” cominci davvero a significare anche avere una seconda possibilità e guardare al futuro nonostante tutto, nonostante le difficoltà incontrate nella vita, le occasioni mancate, gli errori.»
Il Fiano di Avellino D.O.C.G “Isca” racconta la sua storia di persone e relazioni già a partire dal packaging, realizzato dall’agenzia di comunicazione Officinae, interna alla rete Mediterraneo Sociale. «Per “Isca” abbiamo progettato una veste speciale, a tiratura limitata. – svela Rosa D’Aniello, responsabile delle campagne di comunicazione per Officinae – Le bottiglie indosseranno, oltre alla consueta etichetta, un “abito” in carta riciclata di grande qualità, in linea coi principi di sostenibilità che guidano il lavoro di Mediterraneo Sociale. Su ciascuno dei “abiti” delle bottiglie è rappresentato un simpatico personaggio, che ritrae ciascuno degli attori-chiave nella produzione di “Isca”: il viticoltore, un borsista, un operatore, l’agronomo, il contadino esperto. Ed è già in preparazione una seconda serie di “abiti”, coi lavori prodotti dal laboratorio d’arte “Immagina il tuo vino”, il progetto che ha chiesto ai portatori di handicap di regalare i propri colori ad “Isca”».
Il Fiano D.O.C.G. “Isca” è il prodotto del lavoro, dunque, ma soprattutto di storie percorsi personali e di relazioni. Giovani e meno giovani accedono a programmi di inserimento socio-lavorativo per dare una svolta alla loro vita. È il caso, ad esempio, di una giovane donna rumena, la prima detenuta della casa circondariale di Avellino a godere di una possibilità di lavoro fuori dal carcere ai sensi dell’articolo 21, poi in affidamento ai servizi sociali e infine libera dallo scorso 23 marzo. A Isca delle donne si è occupata, per un anno e mezzo circa, delle fragole e del vigneto, ma il suo contributo è stato prezioso anche nella gestione della cucina, dove ha spesso preparato i piatti della sua tradizione per tutti i colleghi. L’esperienza nella fattoria sociale le ha permesso di riallacciare i rapporti con il marito e con la figlia, che la aspetta in Romania. Oggi programma di tornare nel suo paese per prendere la figlia e magari tornare in Italia. E ancora, un ragazzo trentenne, italiano, affetto da un lieve disagio mentale, arrivato a Isca delle donne mediante i servizi sociali e seguito da genitori i quali, come talvolta accade, si presentavano troppo direttivi. Grazie al lavoro e alla presenza in Isca delle donne, il giovane ospite ha imparato che è importante dire ciò che si pensa, che è importante difendere il proprio lavoro e il proprio ruolo nel gruppo.
Infine, la fattoria sociale è capace di esprimere soluzioni eccezionali anche per vicende molto ordinarie. Come quella di una giovane mamma irpina lasciata dal marito, che ha chiesto di poter lavorare per sé e per i suoi figli. In fattoria si è occupata della vigna e delle fragole. Grazie al suo aiuto, Isca delle donne ha realizzato le sue prime marmellate artigianali, che sono andate a ruba.
«Per tutti noi che crediamo nel progetto di Isca delle Donne, il futuro è ancora una incognita, una scommessa su cui puntare. – conclude la dottoressa Adele Galdo – Confidiamo, ad esempio, in una risposta positiva ai nostri progetti da parte del programma dei Piani Europei di Sviluppo Rurale, per potere finalmente costruire la cantina grazie alla quale realizzare in fattoria tutte le fasi di produzione del Fiano “Isca” e regalare ai nostri ragazzi il sogno di fare davvero fino in fondo e con le proprie mani una cosa prestigiosa e identitaria come il vino. Un vino del quale andiamo tanto fieri da presentarlo presto alla Camera dei Deputati, al cospetto della presidente Boldrini e di tutta l’Assemblea.»
La Fattoria Sociale Isca delle Donne
La Fattoria Sociale Isca delle Donne, in Pratola Serra (AV), è un programma territoriale di coesione sociale promosso ed implementato dalla Caritas diocesana di Avellino, dall’ Associazione Il Pioppo e dalla Cooperativa Sociale L’Approdo e gestita dalla Società Cooperativa GEA Irpina – Impresa Sociale – Fattoria Sociale Onlus, in collaborazione con le istituzioni pubbliche socio-sanitarie locali, regionali, nazionali ed europee e nella rete di Mediterraneo Sociale.
«L’Irpinia domanda ancora, come ricordava l’economista agrario e meridionalista Manlio Rossi Doria nel suo testo di riferimento “Cinquant’anni di bonifica”, di superare in via definitiva il problema delle emigrazioni di massa da un territorio di 175.000 ettari dei quali più di 135.000 rappresentano la superficie agraria utilizzata. – dice la dottoressa Adele Galdo – La proposta avanzata dalle pratiche promosse dalla nostra fattoria sociale è di un patto di cittadinanza fondato sul Welfare Rigenerativo Per fare questo è necessario rendere il territorio attrattivo in modo organico, riorganizzando l’agricoltura per accrescere la produzione e completando le infrastrutture mancanti. Ma questo non basta a garantire sviluppo integrato e coesione territoriale. In questo senso, l’agricoltura sociale può rappresentare la possibilità di creare, allo stesso tempo, valore economico e valore comunitario, e acquista così una rilevanza strategica ancor più che simbolica. La strategia per l’avanzamento dell’economia Europa 2020 segnala la necessità di eleggere a chiave di lavoro il tema dell’innovazione sociale, e Isca delle donne ambisce, in questo senso, a posizionarsi come un nuovo paradigma produttivo e inclusivo, pronto a rispondere alle grandi sfide del futuro: quella del cibo, ambientale e dei servizi.»
La Fattoria Sociale Isca delle Donne si estende per cinque ettari, uno dei quali è destinato alla nascente e innovativa struttura zootecnica del Parco Etologico Regionale, con canile sanitario e rifugio che, una volta completato, sarà meta di turismo sociale e formativo. Due ettari sono invece riservati alla coltivazione delle uve Fiano di Avellino, mentre il restante suolo accoglie l’orto, il fragoleto, sia a campo aperto che in serra, e la serra dei piccoli frutti (fragoline, more, ribes, mirtilli). E ancora, il piccolo uliveto, il frutteto, le arnie per le api che producono miele delle varietà Acacia, Sulla e Millefiori, l’aia da 400 metri quadri per gli animali da cortile. Infine, il laboratorio per realizzare le conserve, vale a dire le marmellate artigianali e le verdure sott’olio (melanzane, lampascioni, zucchine). Attualmente sono tredici i borsisti accolti presso la Fattoria Sociale Isca delle donne: quattro provengono da istituti di detenzione, tre i giovani portatori di handicap, dei quali due lavorano all’orto mentre uno svolge mansioni di segreteria, e sei giovani e meno giovani a rischio di esclusione sociale e disoccupati di lunga data.
Mediterraneo Sociale è una società consortile e una federazione attiva sui progetti internazionali, che garantisce servizi amministrativi e di management, attività di supervisione e investimenti strutturali ai propri enti no profit (onlus, coop e imprese sociali) attivi nel mondo dell’esclusione sociale, dell’accoglienza e della consulenza per migranti, minori, disabili e detenuti. Si tratta di una realtà autonoma a livello politico e culturalmente laica, forte di oltre 120 operatori, più di 1.000 utenti e circa 40 Unità Operative Complesse soltanto in Campania. Tratto distintivo del nostro operato, l’impronta etologica ed ecologica sostenibile, ispirata alla decrescita e alla sobrietà del vivere. Il tutto praticando economia civile, welfare di comunità, finanza etica, attraverso imprese sociali integrate locali, come le fattorie sociali, e garantendo l’uso dei beni confiscati.
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