La Shoah è un evento unico. Lo rende tale non solo e non tanto la dimensione della tragedia, quanto la premeditata volontà di annientamento di un intero popolo, la sua programmazione, la sua organizzazione scientifica, la dimensione di uomini e mezzi dedicati e ciò che tutto questo ha comportato nella relazione tra le persone dentro i campi: il degrado e l’annientamento della dignità umana.
La CGIL ha piena consapevolezza, ritenendo urgente mettere in chiaro, davanti a un fenomeno che ha un carattere epocale come quello dei milioni di profughi in movimento da una vasta area geografica, quale sia la discriminante con la quale, oggi come allora, si confronta la politica europea: lasciare quelle persone al loro destino, indifferenti alla loro sorti e anzi, nel delirio dei nuovi nazionalismi, rafforzare la difesa delle frontiere scontando che ciò avrà come conseguenza un aumento dei morti (come è successo subito dopo la chiusura della missione “Mare Nostrum” e nella prima fase della missione Triton); oppure affrontare le responsabilità che il riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone impone e far fronte con mezzi adeguati alla sicurezza dei profughi e alla loro accoglienza.
Il richiamo forte a respingere l’indifferenza e i tentativi di speculazione politica che usano tutti i pretesti per screditare le politiche di accoglienza merita dunque il pieno sostegno. Del resto, se non c’è corrispondenza e coerenza tra le scelte che ci stanno di fronte e i valori scritti nelle carte costituzionali democratiche frutto della liberazione dal nazifascismo, anche la “memoria della shoah” si riduce a pura retorica .
E per affermare quella coerenza serve fare di più: serve organizzare corridoi sicuri per i profughi, prestare loro assistenza fin dalle aree di prossimità dei conflitti per sottrarli subito ai trafficanti, armonizzare a livello europeo le norme sul diritto di asilo e superare subito l’anacronistico regolamento di Dublino, porre interamente a carico del bilancio comunitario i costi sostenuti dai singoli paesi per l’accoglienza. Ma questa partita si vince sul fronte della opinione pubblica europea, e ciò non potrà avvenire se non si torna a seminare solidarietà nel campo della vita sociale che è stato reso arido dalle politiche liberiste con le quali si è gestita la politica economica e sociale in Europa. Bisogna fare in fretta, tornare a investire per produrre lavoro e per migliorare le prestazioni sociali, solo così si taglierà l’erba sotto i piedi della destra che si alimenta del disagio sociale prodotto dalla crisi. E da questo punto di vista il Governo Renzi, con la sua politica economica, con lo svilimento della mediazione sociale, con riforme istituzionali improntate al plebiscitarismo, continua ad avvelenare i pozzi della coesione sociale e della solidarietà, e a fare il gioco di quella stessa destra che in queste ore polemizza sulla appropriatezza del richiamo alla shoah, mentre si accinge ad affratellarsi agli eredi degli aguzzini e a manifestare con loro. Il “giorno della memoria” rappresenta l’impegno a mantenere sempre vivi valori come, la dignità degli individui e la solidarietà tra uomini e donne di diversa provenienza culturale, ma anche un momento per riflettere sul valore e la dignità del lavoro, e sul ruolo che questo ha nella costruzione di un progetto di libertà personale, collettivo e sociale.
La CGIL di Benevento, ne discuterà il giorno 27 gennaio p.v. alle ore 9.30 nel Salone “Giuseppe Di Vittorio” della sede provinciale di via L. Bianchi, Benevento, con gli studenti dell’Istituto Guacci di Benevento e con il Senatore Antonio Conte. Siamo convinti che, affinché quell’orrore possa non ripetersi, occorra conoscere e non dimenticare, fare in modo che la memoria cammini nella testa e sulle gambe dei nostri giovani