Un ambiente di lavoro ostile e stressante può ridurre (di molto) la nostra aspettativa di vita. A dirlo è un gruppo di ricercatori della Harvard University e della Stanford University, che hanno quantificato gli anni che ci verrebbero portati via. Sarebbero 33: un arco di tempo molto vasto che si riduce per determinate categorie sociali, meno a rischio di altre.
Mappando l’aspettativa di vita negli Stati Uniti, gli studiosi si sono resi conto che, in alcune zone, questa era più alta di almeno 33 anni rispetto ad altre. Per qualche motivo? Dal momento che i livelli di stress variano da persona a persona, i ricercatori hanno diviso un gruppo di volontari in 18 parti, secondo l’etnia, il sesso e il grado di educazione. Poi hanno preso in considerazione 10 fattori legati al posto di lavoro (inclusi gli orari, i turni, lo squilibrio famiglia-lavoro, l’assenza di un’assicurazione, gli ipotetici licenziamenti) e li hanno messi in relazione ai dati sulla mortalità annuale e sull’aspettativa di vita.
Analizzando i risultati, gli studiosi si sono resi conto che a subire lo stress maggiore e a finire in posti di lavoro poco raccomandabili sarebbe soprattutto chi ha ricevuto un basso livello di educazione. Secondo uno studio precedente, infatti, gli uomini e le donne con meno di 12 anni di studi alle spalle avrebbero la stessa aspettativa di vita di un adulto vissuto negli anni ’50 o ’60.
Ma anche altre componenti giocherebbero un ruolo fondamentale: la precarietà, i frequenti licenziamenti o i periodi di stallo alla ricerca di un nuovo lavoro avrebbero, più di tutti, l’effetto di “accorciare” la vita. Sia per gli uomini sia per le donne proprio il non avere un controllo sulla propria vita professionale rappresenterebbe il maggiore ostacolo. Ad “uccidere” il sesso femminile sarebbero soprattutto i turni stancanti, mentre il sesso maschile sarebbe molto più spaventato dal clima di insicurezza generale.
“Abbiamo bisogno di creare ambienti di lavoro più salutari soprattutto per i lavoratori con uno scarso livello di educazione – si legge in un articolo del Washington Post, “Your job is literally killing you”, dedicato alla ricerca -. Per fortuna molti di questi problemi, inclusi i turni e le lunghe ore in ufficio, il lavoro non retribuito, possono essere risolti semplicemente modificando le policy negli uffici”.