Oggi, 29 luglio 2016 è la terza edizione della Giornata Mondiale della Tigre, dedicata alla sensibilizzazione riguardo le sorti di una delle specie animali più a rischio di questi decenni. Ambita per la sua meravigliosa pelliccia striata, la tigre ha subito una caccia senza tregua da parte dell’uomo, tanto che l’attuale popolazione dell’habitat asiatico, è decimata.
Oggi, le organizzazioni per la protezione degli animali condividono i propri dati riguardo la situazione della popolazione mondiale della tigre: nonostante un lieve miglioramento, questa specie è ancora a forte rischio estinzione.
Ma non è solo il cacciatore, il grande nemico della tigre: deforestazione e sfruttamento sono piaghe egualmente nocive per la regina della giungla.
Proprio in occasione della Giornata mondiale a lei dedicata, l’associazione World Animal Protection (WAP) ha pubblicato un rapporto che denuncia l’intenso business sviluppatosi intorno allo sfruttamento della tigre e in Thailandia: al Tempio delle Tigri, nella provincia del Kanchanaburi, circa 830 esemplari vengono tenute in cattività in condizioni crudeli al solo scopo di attirare turisti e farsi scattare qualche selfie.
La stessa WAP ha rinnovato una petizione online per chiedere a TripAdvisor, piattaforma per i viaggi online, di fermare la vendita di biglietti e la promozione di simili attività.
Al “Tempio delle Tigri”, in Thailandia, i cuccioli vengono separati subito dalle madri e le punizioni per gli esemplari più “indisciplinati” passano dalle percosse fino alla privazione del cibo.
Si può migliorare
Qualche buona notizia però sembra giungere dai dati del WWF. Dal censimento effettuato dalle autorità competenti sulla popolazione di tigri nel loro habitat naturale, è infatti emerso che Nepal, India e Russia (le grandi “case” di questi animali) indicano una certa stabilizzazione, se non un vero aumento, nel numero delle tigri presenti in questi Paesi.
Un grido di allarme duqnue proprio oggi, secondo i dati statistici a disposizione, entro 5 anni da oggi rischiano di scomparire i circa tremila esemplari rimasti ancora sul pianeta Terra. Allo stato attuale già tre delle nove sottospecie di tigre sono oramai spariti, ovvero la tigre di Bali, quella del Caspio e quella di Giava, e medesima fine potrebbero fare anche le altre sottospecie. Per questo motivo è necessario attuare progetti speciali come ad esempio la reintroduzione in natura di esemplari allevati nei parchi zoologici. Progetti scientifici lunghi e complessi, che necessitano di anni prima di realizzarsi.