Ciò che resta e permane. Ciò che avanza e non si consuma. È questo che il paese è: un gesto di resistenza. Le aree interne vivono, e da diversi decenni a questa parte, un fenomeno intenso di spopolamento, uno svuotamento umano che ha cambiato il profilo di intere geografie marginali e ridisegnato le prospettive economiche e sociali di chi ancora testardamente le abita.
La quarta edizione di Feo Fest – Sporae, festival ecologico-culturale ideato dal Collettivo_Gea con il patrocinio del Comune di Foiano Di Val Fortore, sotto la guida del Sindaco Giuseppe Antonio Ruggiero, si fa bandiera di quel moto irriducibile di resilienza e di uno sguardo accorato e attento verso il territorio.
Foiano di Val Fortore sarà allora splendida cornice e protagonista di un mirabilia di eventi che dal 26 al 28 luglio 2024 animeranno il suo centro storico ed i suoi siti boschivi. La direzione artistica di Alessandra Facchiano, Angela Cerritello e Matteo Fioretti ha assunto, come metafora della kermesse, spore di arte e cultura, particelle infinitesimali dalla straordinaria tempra anche in condizioni assai avverse.
Un invito a non arrendersi, e, anzi, a preservare una visione lucida delle risorse dei sistemi collinari nonché ad utilizzare lo strumento arte come opportunità di rinascita, scatto “futurabile”. Quello di quest’anno è quindi un festival gemello delle piccole cose, principio, però, dei più grandi cambiamenti. Un passaggio continuo, come quello di pendolo, tra il macro e il microcosmo: il sempre più fragile contesto globale e quella locale, la crisi climatica e la vicinanza all’intellighenzia della natura.
Ma anche una riappropriazione di uno storytelling intorno alla “questione borgo”, una realtà troppo spesso raccontata dall’esterno. Le aree interne sanno, invece, guardarsi e narrarsi da sole. Sarà per questo che alla parola borgo preferiamo quella di “paese”, un po’ perché ci risuona in bocca più autentica, un po’ perché ben si declina nella definizione di “paesani”, ovvero di abitatori di un locus sfaccettato più che idealizzato, carne viva, psicologia del posto.
E in questa volontà forte di non trasformare i nostri luoghi in spazi liminali, sacche di vuoto abbandonate al proprio destino, il Collettivo_Gea propone un fitto calendario che, come meteora, illuminerà per tre giorni il cielo del Fortore con l’idea di mettere in moto una partecipazione attiva e trasversale. Non mancherà, allora, la sezione Green Lab che ospiterà i workshop “I Sentieri delle Erbe Spontanee” a cura di Marco Mutarelli, “Alchimie Botaniche” con Francesca Cilenti, “Andare, Tornare. Restare” sotto il tutoraggio di Rita Bianco e il laboratorio per bambini “Il Sentiero” con la guida di Luca Picciuto.
La sezione Spettacolarm-ente troverà spinta propulsiva nella giornata del 26 luglio dove il Bosco Frosolone sarà palcoscenico del reading sulla sostenibilità alimentare di Antonio Pascale, scrittore, saggista, autore teatrale e televisivo. L’evento nasce in collaborazione con la Ubik LiberiTutti di Benevento. A seguire un dibattito con l’autore a cura della Dott.ssa in Filologia Moderna Giulia D’Arcangelo e con la partecipazione della Dott.ssa Silvia Acocella, Docente di Letteratura Italiana presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
In apertura il concerto del Liceo Musicale G. Guacci con la collaborazione dei docenti il Prof. Sergio Casale, la Prof.ssa Elvira Campanile e la Prof.ssa Irma Culicigno e lo spettacolo danzante Io Sento, Io Danzo delle allieve dell’Associazione Odette di Claudia Flora e Daniela Callisto. Sul far della sera le atmosfere silvane del bosco si riscalderanno con i ritmi afro-beat della Border Society con An Africa Experience, mentre, in chiusura, il Teatro Comunale accoglierà la voce inconfondibile di Enzo Gragnaniello, maestro e manifesto del cantautorato partenopeo.
È la giornata del 27 che inaugura, invece, una conferenza, a cura del Dott. Giuseppe Antonio Ruggiero, dedicata alle tematiche dello spopolamento con il giornalista Marco Esposito, autore di “Vuoto a Perdere – Il Collasso Demografico. Come Invertire la Rotta”. Nel pomeriggio un viaggio sensoriale all’insegna dello yoga, della meditazione e della danza estatica con Sinestetica assieme alle yoga coach Valeria Ferrari e Oriana Oriaki e i dj Fabio Ricciuti e Liz Cirelli. In serata gli Osso Sacro ci trasportano in un mondo in sospensione con Urla di Confine. La notte, in attesa del sorgere del sole, si fa scrigno di letture silenziose per omaggiare il poeta palestinese Mahmoud Darwish. Un Silent Poetry con le voci di Angelica di Bari Alborea, Giulia D’Arcangelo, Angela Cerritello e Andrea Castigliego. Musiche a cura di Leonardo Talamo.
Un risveglio travolgente quello che ci attende il 28 luglio. L’ormai canonico concerto all’alba vedrà questa volta protagonisti Cuba tu Sol in formazione con Ramon Caraballo, Piero Monterisi, Matteo Fioretti, Gabriele Lazzarotti e Duilio Galioto.
La sezione Food and Beverage è dedicata alla gastronomia, intesa non solo come inclinazione al “buon vivere”, grazie alla qualità eccellente della nostra materia prima, ma anche come consolidazione di quei legami comunitari che rendono questo festival una grande e ospitale famiglia. Imperdibili, allora gli appuntamenti con l’Aperibosco, il Pranzo Sociale e la Colazione all’alba.
Perché il paese non è figura mitologica, ferma nel suo stereotipo, ma come tutte le cose del mondo cambia e si evolve. Non bisogna salvaguardare solo il ricordo nostalgico che ne abbiamo, ma cercare e trovare nuovi punti di vista per far sì che possa esistere nella contemporaneità, con sfaccettature inedite eppur fedeli alla sua essenza. E, quindi, quest’anno a Feo Fest siamo spore alla ricerca di terreni culturali e musicali in cui attecchire.
Trasportiamo con noi un vento conosciuto e pur rinnovatore: l’aria del Fortore che sa essere tradizione e innovazione, cura e rivoluzione. Qui dove tutto è natura riscopriamo la ricetta per un pratico concetto di ecologia. Qui dove la cultura ha ancora direzioni in cui espandersi cerchiamo orizzonti per un nuovo sentire artistico. Qui dove tutto sta scomparendo, persino le persone, finanche i bambini, siamo alla ricerca di un antidoto per l’isolamento e lo spopolamento. Non andate via. Restate per vedere com’è fatto il futuro.