C’eravamo fermati al 2019 con la XIV edizione. Poi il covid ha interrotto la sequela per via delle note vicissitudini ma lo spirito indomito delle Giornate Giannoniane al Liceo Classico, torna a ruggire; ed ecco che allora Teresa Simeone, Nicola Sguera, Amerigo Ciervo, Gaetano Cantone, Tonino Conte e tutti coloro i quali hanno dato il loro contributo alla causa, riprendono le fila del discorso e ripartono dal postboom economico per approdare agli anni più difficili della nostra storia recente; gli anni che vanno dal 68 al 78.
Un decennio carico di pathos e di conquiste sociali, di stragi terribili e di attentati sanguinari, riletto e analizzato per metterlo a disposizione degli studenti di oggi che, magari, guarderanno a quegli anni formidabili, parafrasando Mario Capanna, con gli occhi della postideologia e della contemporanietà.
Da Piazza Fontana al delitto Moro, una scia di sangue che bagna piazze e stazioni, vagoni ferroviari e le strade delle grandi città e gli aerei in volo su Ustica. E ancora i tentativi di golpe parafascisti, le tante vittime innocenti che ancora attendono giustizia.
In una parola strategia della tensione, quelle trame eversive di uno stato nello Stato che avrebbero dovuto tenere il Paese sotto pressione e piegare le istituzioni democratoche su modelli autoritari, depistaggi, insabbiamenti, il meglio del repertorio della cosiddetta “sicurezza interna” in combutta con le intelligence d’oltreoceano e le organizzazioni segrete di base a Pistoia. Obiettivo, liquidare le forze di sinistra, annientare il dissenso, e anche quei settori di destra moderata poco inclini alla svolta, fare del Mediterraneo in una parola un unico vasto arcipelago autoritario con la Grecia dei Colonnelli, il franchismo spagnolo, lo Stato Nuovo salazarista portoghese.
Per i Giannoniani è sentito il bisogno di approfondire, di far comprendere le ragioni di quella congerie, i connotati politici e storici che ne derivano perchè gli anni 70 non furono solo violenza ma anche enormi conquiste sociali mai viste prima e che una modernità reazionaria tenta ora di mettere in discussione e parliamo di aborto, diritti dei lavoratori, la sanità per tutti e chi più ne ha più ne metta.
Un pezzo di storia italiana che i ragazzi di oggi ignorano quasi del tutto ma che vive in noi e nelle nostre coscienze.