Sarà inaugurata presso il Museo ARCOS di Benevento venerdì 3 maggio, alle ore 11,00 la mostra “ANGELA RAPIO. Sulla natura” promossa dalla Provincia di Benevento, dal Museo ARCOS in collaborazione con il Museo-FRaC Baronissi e curata da Ferdinando Creta.
All’artista pugliese Angela Rapio il Museo ARCOS dedica la sua prima, se pur sintetica mostra antologica, ricostruendo le esperienze che hanno segnato la sua formazione, dapprima come grafica, poi, attenta alle declinazioni pittoriche, volgendo l’attenzione verso la dimensione plastica.
Oltre trenta opere – precisa il curatore Ferdinando Creta – tra dipinti, collage, grafiche, incisioni, sculture e installazioni, tracciano un percorso espositivo che prende avvio dalle opere dedicate all’ulivo, grandi tondi ove la scrittura regola valori tonali che evidenziano richiami antropomorfi, esposte in occasione della personale tenuta a Bucarest, alle quali, nel 2015 fanno seguito i coni in legno e ceramica, esposti in occasione della personale “Radici&Radice” allestita nell’Orto Botanico dell’Università di Siena.
Seguono le “Carte fossili”, collage tra tracciano mappe indefinite dell’esistenza, alcune grandi carte del ciclo “Boschi” realizzate nel 2019 ed in mostra nella personale promossa ed allestita al Museo-FRaC Baronissi nell’estate del 2016, per confluire nella vasta ed articolata serie dedicata agli animali: dapprima i pesci, poi le api, le formiche, le installazioni con le galline rivoluzionarie, per chiudere con alcuni lavori del ciclo “Fragile”, opere datate tra il 2019 e il 2023 in mostra la scorsa primavera, nella personale allestita nello storico Torrione Passeri a Molfetta.
Una sequenza di opere che focalizzano l’attenzione ‘sulla natura’, rinnovando il senso che, Lucrezio, ha dato nel De rerum natura, vale a dire la auspicabile attenzione che l’uomo deve rivolgere al patrimonio universale della natura.
Opere che segnano pagine diverse della poetica che accompagna il lavoro dell’artista: un lavoro, come ha rilevato Massimo Bignardi nel testo al catalogo della citata mostra allestita a Molfetta, “che si è dilatato nel tempo impegnando molteplici aspetti, sia per l’abilità che Angela ha speso per non cedere al parossismo delle forme, ma anche alla pietas verso il mondo animale. […] Un mondo sempre più aggredito, come d’altra parte è l’umano, lacerato da guerre, costretto dall’indifferenza che corre sulla scala dei valori sociali.
Le forme senza corpo di pesci, a volte solo lische stecchite e corrose dagli eventi, di galline, che hanno scelto di trasformare il pollaio in Place de la Bastille, caricandole di rivoluzione contro stereotipi, non più assopite nel loro ruolo subalterno, come vuole il proverbio, di cantare per comunicare di aver fatto l’uovo, segnano il coraggio di porre in essere, attraverso metafore, la forza che l’arte ha di agire sulla vita.
L’artista ha affidato al tratto corsivo della matita le api e le formiche: le prime, svelate mentre sono indaffarate nelle cellette dell’alveare, strette una all’altra in modo da accelerare le vibrazioni delle trasparenti ali, e le altre, con i corpi neri e lucidi, come un’ossidiana, mentre intrecciano le tondeggianti forme, nel loro frenetico viavai. Infine, le statuarie sagome di mucche, di capre, figure di un ciclo che non conoscevo: sono lavori raccolti con il titolo Fragile, meglio chiarito dal sottotitolo: Ciò che pur fragile sopravvive”. La mostra resterà aperta fino a domenica 30 giugno.