Ruggero II il grande artefice della modernità. Potrebbe sembrare un’affermazione forse esagerata ma se consideriamo la Costituzione da lui emenata nel 1140 in quel di Ariano, ebbè ci accorgiamo che l’espressione modernità non appare affatto peregrina.
Non lo è per Charles Haskins, primo storico americano del Medioevo, che non esita a considerare il regno del Normanno il primo esempio di stato moderno in assoluto. Ruggero apre la strada a quel centralismo monarchico che è alla base del concetto di sovranità che comincia a farsi strada in una stagione contraddistinta da scontri asperrimi che il re normanno dovette sostenere e vincere, pur cedendo in qualche caso, al cospetto dei potentati del tempo.
E di nemici interni per nulla disposti a tollerare l’assolutismo di un monarca che finì con l’imporre con la forza quella maiestas regia alla base del suo potere e che quel potere legittimava. Di Ruggero il Normanno s’è occupato il presidente del Centro Europeo di Studi Normanni Ortensio Zecchino, storico del Diritto e più volte ministro dell’Univeresità in tre governi dal 1998 al 2001, autore del volume “La Costituzione di Ruggero II” presentato all’Archivio di Stato di Benevento.
Si tratta di un approfondimento capillare di quella che gli storici noin esitano a chiamare “pietra miliare” degli ordinamenti statuali, “la prima fonte scritta”, dice Zecchino, “attraverso la quale il sovrano afferma la sua potestas e da cui trarrà linfa vitale quella del gran nipote Federico”.
le dichiarazioni nel video che segue