Dalle note di regia: “Un giovane e sfortunato ragazzo si traveste da Gatto e usando l’astuzia e l’inganno, si procura ricchezza e felicità. Nella storia c’è un re, con due grandi problemi: sua figlia, la principessa, rifiuta tutti i pretendenti perché aspetta il vero amore per sposarsi e poi in tutto il regno non c’è più traccia di un coniglio, il piatto preferito del vecchio re.
Ma il gatto con gli stivali riesce a catturare molti conigli, e ogni giorno ne fa dono al sovrano da parte del suo padrone, il marchese di Carabàs.Sia il re che la bella principessa sono sempre più curiosi di conoscere il loro benefattore e arriva il giorno in cui il Gatto accetta di condurli da… lui. Ma un nobile deve possedere ricche vesti, terre e un castello!
Il regno confinante appartiene al terribile Orco Popanz di cui nessuno conosce il vero aspetto, poiché Popanz è capace di infinite metamorfosi; proprio sfruttando le doti magiche e lo stupido orgoglio dell’orco, il gatto lo induce a trasformarsi in un topolino e se lo mangia in un sol boccone”
Il “Gatto con gli stivali” è il regno del divertimento puro, è una storia dove trionfa la fantasia, dove l’allegria ed il grottesco la fanno da padroni. Ma non temete: alla fine, anche stavolta, non solo salveremo la Principessa (è una favola, no?) ma quasi quasi le troveremo anche marito.