Martedì 13 giugno 2023, alle ore 17.00, l’Area Archeologica del Teatro Romano di Benevento, inaugura negli spazi antistanti il Teatro beneventano “Lupi” di Lyu Ruowang, una sintesi della mostra “Wolves Coming” dell’artista cinese Lyu Ruowang, in collaborazione con l’Associazione Millevolti e del DoDo Art Museum di Pechino.
Già presentata in occasione della Biennale di Venezia del 2015, poi all’Università di Torino e ancora nel 2019-20 in Piazza Municipio a Napoli, la mostra, che nella sua composizione d’origine era formata da 100 lupi in ferro – ognuno del peso di circa 280 chili – è ripensata per l’allestimento beneventano con una sintesi di 5 esemplari.
L’installazione nelle varie esposizioni ha sempre suscitato stupore per il suo taglio cinematografico, in bilico tra il racconto epico e la fiaba gotica, ispirata ad un’antica storia tragica cinese: ‘狼来了’ (I lupi stanno arrivando). I lupi di Ruowang rappresentano un pericolo imminente e potenzialmente letale. Un attacco all’arte, alla cultura, ma anche la rivolta di una natura bistrattata. Macchiati qua e là di rosso, vorrebbero avere un aspetto temibile e tuttavia, alcuni assomigliano più a dei cani stupiti. E, infatti, l’installazione delle sculture all’interno del Teatro invita i visitatori ad avvicinarsi, costeggiarle, toccarle e, volendo, usarle come panchine.
Liu Ruowang ha al suo attivo un vero e proprio bestiario. Ha rappresentato, infatti, animali di ogni genere, sia in grandi dipinti dai colori accesi e stridenti, che nelle monumentali sculture bronzee, modellando persino dei dodo, e ha incassato il Premio Nord Art 2022 con la sua scultura “Mr. Pinocchio”. Le sue creature sono allegorie e compaiono di fronte ai nostri occhi spoglie del peso sfaccettato della realtà. L’artista cinese riunisce i suoi personaggi in grandi gruppi, evocando immediatamente l’esercito di terracotta, e le loro fattezze richiamano immediatamente la storia dell’arte cinese, ma, a ben vedere anche quella occidentale.
“I miei lavori sono presentati in gruppi – spiega Liu Ruowang – perché la ‘pluralità’ è il tipo di forma e di forza di cui ho bisogno quando sono intento ad esplorare la relazione tra l’essere umano e l’ambiente, anche alla luce del fatto che la Cina è da tempo un paese che porta avanti uno spirito collettivista. Creare i miei lavori in serie o gruppi corrisponde per me a un linguaggio strutturale del mio fare artistico che supera il linguaggio scultoreo.”
La mostra, a cura di Ferdinando Creta e Milot e con la direzione artistica di Giacomo Franzese, è realizzata con il coordinamento organizzativo di Michele Stanzione e il supporto tecnico di Eurogiardinaggio di Nicola Maisto e Janare la Guardiense, resterà visitabile fino al prossimo 1° ottobre.