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La ricchezza delle pecore, Bojano e i pastori del suo Matese

La ricchezza delle pecore, Bojano e i pastori del suo Matese

20 Giugno 2022 | by Enzo Colarusso
La ricchezza delle pecore, Bojano e i pastori del suo Matese
Cultura
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Pecunia non olet, attribuita da Svetonio addirittura a Tito Flavio Vespasiano imperatore, quello che costruì il Colosseo, oppure “la vil pecunia”, tanto per delegittimare il denaro considerato lo sterco del diavolo. Questo curioso incipit ci pare appropriato per introdurre il discorso sopra l’ultimo libro di Alberico Bojano, cognome carissimo a chi scrive, medico e storico di gesta del Matese, sua terra d’origine, ma che volge lo sguardo a tutto tondo a cose e fatti meridionali, senza disdegnare l’approfondimento critico nei confronti di problematiche come il Brigantaggio, per esempio, ma spaziando anche nell’ambito teatrale. Questa volta Alberico è andato ad affrontare i risvolti socieconomici della società rurale settecentesca del suo topos, con un libro presentato alla Rocca dei Rettori e dal titolo evocativo “La ricchezza delle pecore” Clero, matrimoni e fame nel Settecento sul Matese. Bojano parte proprio dal Matese, zona che conosce bene, ma affronta tematiche di portata generale, un’economia che trae origine dal “pecus”, il bestiame allargando l’accezione, su cui si basava quell’ascensore sociale che permetteva al pastore proprietario delle greggi di progredire nella scala sociale arrivando, nel corso di un paio di generazioni, a vedere i propri figli o nipoti assurgere a cariche di notabilato e di prestigio impensabili fino a quel momento. Dinanzi ad una platea attenta Roberto Costanzo, già parlamentare, ha provveduto alle prolusioni, il presidente Lombardi alle considerazioni finali. Bojano al nostro microfono ci spiega la ratio del suo approfondimento.

 

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