Il trombettista Luca Aquino, appena rientrato dal tour in Croazia, annuncia la sua nuova registrazione in Siria e Giordania. I primi di giugno suonerà ad Ascoli, Milano e Treviso, per poi partire per il Medio Oriente. “Dopo cinque anni – afferma il jazzista – ritorno a registrare in quei posti stupendi, con un nuovo progetto che verrà pubblicato nel 2024. A breve invece sarà pubblicato un album che realizzai nel 2017 sul confine israelo-giordano, nel sito archeologico di Umm Qais, sito collinare di rovine ben conservate della città greco-romana di Gadara, con una vista spettacolare sul lago di Tiberiade e su Siria, Giordania, Israele e Territori Palestinesi. Registrai l’album con un’orchestra composta da musicisti provenienti dall’Iraq, Siria, Giordania, Inghilterra e Italia”.
Aquino suonerà poi a Umbria Jazz, a Roccella Jonica con una band sannita capitanata dal giornalista Donato Zoppo, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, a Fano Jazz col suo progetto “Icaro Solo” e il 29 luglio a Polignano a Mare, con una produzione originale, insieme a Nina Zilli e Raffaele Casarano. Ad agosto, in duo col pianista Giovanni Guidi, calcherà i palchi di vari festival italiani per poi volare a Londra.
Non mancheranno le tappe beneventane e non mancheranno i due festival nel suo Sannio che lo vedono nella veste di direttore artistico, e cioè “Riverberi” e “Natura in Musica”, che ogni anno, con passione e caparbietà, Luca Aquino e il suo staff realizzano nel territorio della provincia di Benevento. Le date saranno annunciate a breve e saranno ben 10 i Comuni interessati. Per Riverberi le new entry Castelpoto (capofila) e Buonalbergo, con la riconferma delle storiche partnership con San’Angelo a Cupolo, San Nazzaro e San Martino Sannita. Per Natura in Musica San Leucio (capofila), Arpaia, Faicchio, Fragneto L’Abate e San Bartolomeo: a parte San Leucio, già in passato presenza costante a Riverberi, le altre cittadine si sono legate per la prima volta ad un progetto di Luca Aquino. “In dodici anni – spiega Aquino – non sono mai salito a suonare su un palco del mio festival Riverberi. Anzi, mi è capitato in una sola occasione. Ho sempre evitato, per timore di essere troppo presente, ma quest’anno ho deciso anche di suonare, essenzialmente perché il ruolo del direttore artistico e dell’organizzatore mi snerva e mi sfianca. Per mia fortuna i festival sono cresciuti e ormai la direzione organizzativa, dopo anni di sacrifici da parte mia, è curata quasi esclusivamente da persone che, con professionalità, mi sollevano da pensieri e problemi, affinché io possa dedicarmi a ciò che più amo e che mi fa star bene: suonare in giro per il mondo”.