Sabato 14 maggio alle ore 20.00 si rinnova l’imperdibile appuntamento con l’Orchestra da Camera Accademia di Santa Sofia che torna nella bella cornice dell’Auditorium Sant’Agostino di Benevento, per regalare al suo pubblico un concerto dal titolo “Le serenate per archi” un godibilissimo programma con le celebri composizioni di Mozart e Čajkovskij. La Stagione Artistica 2022 proposta da Accademia in sinergia con Università degli Studi del Sannio, procede con sempre maggiore entusiasmo, tra importanti concerti e incontri prestigiosi, sempre sotto la direzione artistica di Filippo Zigante e Marcella Parziale e con la consulenza scientifica di Marcello Rotili, Massimo Squillante e Aglaia McClintock, docente Unisannio, che in apertura di concerto terrà una breve interessantissima dissertazione scientifica e storico artistica dal titolo “Nemesi, la dea dell’Arco di Traiano”.
Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 – Vienna 1791) tra i più grandi musicisti della storia della musica. Precocissimo, a cinque anni già si esibiva alla tastiera e iniziava a comporre, fu attivo in tutti i generi musicali dell’epoca, dalla cameristica alla musica sinfonica, al melodramma, alla musica sacra. Fu il primo musicista a intraprendere, a differenza di quanto avveniva comunemente, una carriera di libero professionista affiancandola a quella di “Hofkomponist”, compositore alla corte imperiale viennese. I suoi lavori, esempio massimo del classicismo musicale, hanno influenzato profondamente numerosi compositori, tra cui Ludwig van Beethoven. Con lui e con Franz Joseph Haydn, Mozart costituisce quella che è stata considerata la “triade” della “prima scuola musicale di Vienna”.
Piotr Il’ic Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk 1840 – San Pietroburgo 1893) è uno tra i più noti compositori appartenenti al periodo tardo-romantico. A tematiche tradizionali russe unisce un linguaggio formale e armonico di stampo europeo, con particolare attenzione alla musica francese. In contrasto con quella che era l’estetica dominante che faceva capo al “gruppo dei cinque” (Milij Balakirev, Cezar Kjui, Aleksandr Borodin, Modest Musorgskij, Nikolaj Rimskij-Korsakov) si alienerà buona parte della critica ufficiale. Avendo anche studiato giurisprudenza, per qualche tempo esercitò la professione legale, che però abbandonò definitivamente per dedicarsi esclusivamente alla musica, raggiungendo notorietà internazionale. La sua vita privata non fu sempre serena. In giovane età la morte della madre lo condusse a una profonda depressione. Morì nei 1893, vittima – ma non è certo – dell’epidemia di colera.
La forma serenata nasce come breve composizione dedicata a una persona, in genere a una donna. Ma, nella storia della musica, questa forma subisce una notevole evoluzione. Alle origini si trattava di un breve brano, per lo più cantato, accompagnato da uno o più strumenti, e si afferma soprattutto nel periodo medioevale e nel rinascimento. Nel periodo barocco si avvicina alla cantata-drammatica, da eseguirsi però all’aperto. Nel periodo classico la serenata si avvicina sempre più alla forma “sinfonia” dalla quale mutua la ripartizione in quattro movimenti ma distinguendosi da essa per il carattere dei temi presentati.
Il programma del concerto prevede in apertura la Serenata n. 13 “Eine kleine Nachtmusik” in sol maggiore per orchestra d’archi, K 525 di Wolfgang Amadeus Mozart. Eine kleine Nachtmusik (Una piccola musica notturna, o serenata notturna) celeberrimo gioiello compositivo, è “una piccola serenata notturna” legata al gusto settecentesco di far musica insieme dove si alternano movimenti di danza e passaggi solistici e virtuosistici. Le serenate sono musiche di piacevole ascolto e la Kleine Nachtmusik K. 525 di Mozart ne è l’esempio più luminoso e universalmente conosciuto. Fu composta nell’agosto del 1787, presumibilmente in una breve pausa durante la stesura del Don Giovanni, molto probabilmente in occasione di una ricorrenza festiva, per un’esecuzione da tenersi in un elegante cortile o nel giardino di un palazzo principesco, secondo le abitudini del mecenatismo del tempo. La piccola serenata notturna, con solido stile cameristico e illuministica intelligenza, sembra richiamarsi alle deliziose composizioni giovanili salisburghesi ma la meditata disposizione dei quattro tempi, la calcolata valorizzazione del materiale tematico, l’eleganza e la nobiltà della linea melodica rivelano la grande maestria mozartiana del periodo viennese. Tra le musiche d’intrattenimento mozartiane è quella che ha raggiunto la maggiore popolarità.
La seconda parte del concerto vedrà l’esecuzione della Serenata per archi in do maggiore op. 48 di Pëtr Il’ič Čajkovskij, uno dei pezzi più belli, più complessi e affascinanti scritti per la formazione cameristica. Dedicata a Kostantin Karlovic Albrecht, violoncellista e compositore, fondatore con Nicolaj Rubinstejn del Conservatorio di Mosca, e amico intimo di Cajkovskij, la composizione riflette la sconfinata venerazione dell’autore per lo stile del tardo XVIII secolo, filtrato soprattutto attraverso la figura idealizzata di Mozart. L’omaggio a Mozart e al classicismo risiede però più nel carattere sereno e disimpegnato del brano che non nell’imitazione degli amati modelli. L’omaggio è più ideale che sostanziale. Non ne riprende né il vocabolario né la sintassi, anzi si rivela pagina fra le più inconfondibilmente ciaikovskiane, seppur vi si riconosca solo il versante espressivo più pulito e gioioso del compositore, e siano lontane invece le sue intenzioni più drammatiche e potentemente emotive. Scritta nel 1880, la Serenata fu eseguita l’anno seguente con grande successo, riscuotendo fra l’altro l’ambito apprezzamento di Anton Rubinstejn, temuto direttore del Conservatorio di Pietroburgo e maestro dell’autore.
L’ingresso al concerto è consentito con mascherina, fino a esaurimento posti, secondo normativa anti covid.
(Monica Carbini)