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“Fatti non foste…” l’opera di Dante nella cultura occidentale

“Fatti non foste…” l’opera di Dante nella cultura occidentale

25 Marzo 2021 | by Enzo Colarusso
“Fatti non foste…” l’opera di Dante nella cultura occidentale
Cultura
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L’incipit perr eccellenza della letteratura mondiale. La voce di Gassmann per celebrare il Dantedì, ovvero quello che i dantisti, dal primo e più auterovole che è Boccaccio, col suo Trattaello in laude di Dante, passando per John Feccero o Charlie Singleton fino ad arrivare a coloro che vengono considerati tre fra gli studiosi più importanti della poetica dantesca, Zygmunt Barański, Olga Sedakova e Lino Pertile, ritengono la data di inizio del viaggio ultramondano del “ghibellin fuggiasco” ovverossia Dante Alighieri.  Che Ghibellino poi non era affatto e tanto per utilizzare categorie più vicine a noi, potremmo definire un guelfo progressista, per l’appunto un guelfo bianco. Per tutti il Sommo Poeta, colui che ha inventato la lingua che chiami “babbo e mamma”, il “volgare” che sarà poi la base lessicale della lingua italiana. Dante, poeta, Dante politico, Dante filosofo, tante parti di un unicum intellettuale che si può riassumere nelle tre grandi opere di riferimento: Vita Nova e De Vulgari Eloquentia, De Monarchia e Convivio. Oggi, l’inizio delle celebrazioni dell’anno dedicato al Fiorentino che fu anche terziario francescano presso i frati minori di Santa Croce.

 

 

 

 

 

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