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Torrioni e la cripta segreta: ‘N coppa o’ ‘ratorio. Il racconto del Forum dei Giovani

Torrioni e la cripta segreta: ‘N coppa o’ ‘ratorio. Il racconto del Forum dei Giovani

14 Luglio 2020 | by redazione
Torrioni e la cripta segreta: ‘N coppa o’ ‘ratorio. Il racconto del Forum dei Giovani
Cultura
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‘N coppa o’ ‘ratorio è l’espressione che usano i nostri nonni per indicare il luogo dove tutti noi ragazzi spesso ci riuniamo, ma cosa vuol dire davvero? Il significato di questo soprannome ha origini antichissime.

“L’oratorio” negli anni ha subito tante trasformazioni fino a diventare poi oggi la piazzetta che tutti conosciamo. Le origini risalgono alla formazione di una confraternita formatasi a Torrioni nel ‘700.

Nel 1702 l’arcivescovo di Benevento Vincenzo Maria Orsini durante una delle sue sante visite a Torrioni invita il parroco a costituire una confraternita, imponendo intanto l’iscrizione a quella di Altavilla. Tre anni più tardi ventisei aspiranti confratelli di SS. Rosario rappresentano al cardinale Orsini il desiderio di vedere nel paese una confraternita propria, ma la vicinaza con Petruro e Altavilla non aiuta a far ottenere il permesso di costruire l’oratorio tanto desiderato. Tuttavia per i confratelli dediti al lavoro nei campi era imposibile spostarsi quotidianamente fino agli altri paesi per frequentare gli esercizi spirituali; inoltre essere un’istituzione del genere comportava numerosi privilegi oltre a quello di aver un’assistenza funeraria e una sepoltura completa; fu soprattuto questo il motivo che spinse il parroco a far accrescere sempre di più il numero degli aspiranti confratelli, riuscendo poi nel 1736 ad avere l’autorizzazione alla costruzione dell’Oratorio del SS Rosario.

Scomparso poi nel tempo, dell’edificio rimane oggi solo la cripta sottostante. Quest’ultima detta  “a scolatoio” risale ad una pratica tipica del ‘700 ed è formata da 25 scolatoi, ovvero delle piccole cavità di pietra a forma di sedia in cui si appoggiava il cadavere in posizione fetale per fargli perdere i liquidi fino all’essicazione: una sorta di mummificazione. Si procedeva poi con la pulizia e l’accatastamento delle ossa che a volte venivano utilizzate anche come particolari decorazioni.

Ancora oggi a Torrioni si utilizza un’espressione di malaugurio  “Puozzi scolà”  che ricorda proprio l’uso di questa pratica. Visitare la cripta oggi è un’esperienza che può trasportarti direttamente in un film dell’orrore, soprattutto se ci si ferma un istante ad immaginare cosa accadeva lì dentro. Attraverso una piccola porta di ferro si entra nell’edificio, e superato poi qualche scalino e un arco fatto di pietre si entra nell’aula principale formata dai sedili e dai resti di una scala che s’interrompe. Il buio può giocare brutti scherzi poiché l’unico modo per far luce è utilizzare una torcia, e le ombre che riflettono sui quele vecchie pietre possono darti la sensazione di non essere solo!

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