Sono stati ultimati i lavori di restauro ed ampliamento dell’organo “Tamburini”, di proprietà del Conservatorio “Domenico Cimarosa” presieduto da Luca Cipriano e diretto da Carmelo Columbro. Ci sono voluti circa due anni per riportare al suo antico splendore lo strumento. Questa mattina la presentazione alla presenza del Presidente della Provincia di Avellino, Domenico Biancardi, a cui è seguita una breve esibizione del M° d’organo Giorgio Muto, docente del “Cimarosa”.
Lo strumento venne realizzato negli anni ‘70 dalla Pontificia Fabbrica d’organi del Comm. Giovanni Tamburini, una delle più rinomate ditte organarie italiane, basti pensare che la stessa ditta ha realizzato, tra gli altri, anche l’organo della Basilica San Pietro e quello del Duomo di Milano.
Tre anni fa, il presidente Luca Cipriano e l’allora Direttore del Conservatorio, il M° Carmine Santaniello (a cui poi è subentrato l’attuale Direttore, M° Carmelo Columbro) avviarono l’iter per il restauro, affidando la progettazione e la supervisione dei lavori al M° Francesco Bravo, in quegli stessi anni docente di organo presso il “Cimarosa”.
Le opere di restauro ed ampliamento sono state eseguita dalla ditta “Alessio Lucato” di San Martino di Lupari (Padova). Ci sono voluti due anni per riportare l’organo al suo antico splendore. È stata costruita una nuova cassa di risonanza in tavole di abete massiccio, sono stati sostituiti i somieri e la consolle, sono state costruite le meccaniche di trasmissione per tastiere e pedaliera, oltre alla fornitura di una centralina elettronica per la trasmissione dei registri e combinazioni e di altre canne per completare la disposizione fonica.
Lo scorso 3 giugno, con l’apertura agli spostamenti tra le regioni post-lockdown, l’organo è ritornato nella sua sede e dopo due settimane di lavoro è stato montato e posizionato sul palco dell’Auditorium. L’organo, che prima dei lavori era a trasmissione elettrica e contava diciotto registri distribuiti nei due manuali e pedaliera, oggi è a trasmissione meccanica per tastiere e pedaliera ed elettronica per il comando dei registri, così come era originariamente.
Largo 6.5 metri, alto 4.5 metri e profondo 2.07 metri oltre alla consolle, conta due tastiere con 56 note, una pedaliera con 30 note, 29 registri reali (14 al G.O., 10 al Pos/Espr. e 5 al pedale) e ben 1.704 canne in stagno, rame e legno di abete. L’organo oggi ha un valore stimato di oltre 400.000 euro.
Soddisfatto ed emozionato il M° Francesco Bravo, ritornato ad Avellino nei giorni scorsi per seguire da vicino il montaggio dell’organo sul palco dell’Auditorium: «Abbiamo restituito a questo strumento il suo antico splendore. È stato fatto un lavoro minuzioso e scrupoloso per riportarlo a come era alle origini. Non insegno più in questo Conservatorio, ma ritengo che sia un vanto per l’Istituto avere un organo “Tamburini”, che potrà consentire anche agli studenti di poter suonare dalla musica barocca a quella moderna».
«Non possiamo che essere orgogliosi di aver restituito al Conservatorio e alla città di Avellino uno strumento così importante. Si tratta di un vero e proprio capolavoro, che porta la firma di Tamburini, una delle ditte conosciute in tutto il mondo. Quest’organo rappresenta il fiore all’occhiello del patrimonio strumentale del “Cimarosa”», hanno dichiarato il presidente Luca Cipriano e il Direttore Carmelo Columbro.