“Si chiamavano i Saraceni e io volli che cambiassero nome ne La Smorfia. Ad ottobre tornerò a Sorrento per il premio Dino Verde. Vorrei diventare cittadino onorario della Penisola Sorrentina”.
Giancarlo Magalli, autore e conduttore televisivo ricorda il suo legame umano e professionale con la Campania ed annuncia che ritornerà a Sorrento ad ottobre prossimo per la venticinquesima edizione del Premio “Penisola Sorrentina Arturo Esposito ®” durante il quale viene assegnato il premio Dino Verde per la televisione .
“ Sono orgoglio e felice di avere annualmente una scusa per tornare a Sorrento . Anzi confesso che vorrei diventare cittadino onorario della Penisola Sorrentina. Mi piace il generoso orgoglio campanilistico, con molti comuni a distanza di pochi chilometri. Amo in genere la Campania, che ritengo la terra più fertile dal punto di vista culturale. Ha tutti gli indicatori di civiltà e bellezza: la poesia, la musica, la gastronomia. È un territorio cui dobbiamo dire grazie”, dichiara il noto conduttore televisivo
Magalli fa parte della giuria del premio Dino Verde, la sezione speciale dedicata al papà del varietà televisivo : “ho ricevuto il premio nel 2017 ed oggi sono nella Giuria. Il Premio Penisola Sorrentina è un riconoscimento prestigioso, importante che è bene incastonato in un territorio fantastico. Si onorano a vicenda”.
A Magalli, affiancato da Gustavo Verde (figlio di Dino) e da Gino Rivieccio, toccherà individuare il vincitore per la tv della venticinquesima edizione. Il riconoscimento punterà ad individuare un protagonista della tv di qualità.
“Io ho fatto entrambe le tv. Quella di ieri e quella di oggi, che faccio ancora”, dice Magalli. “Quando è nata la tv, nel 1954, non c’erano autori e presentatori. All’inizio attinse i talenti dal settore teatrale e dalle riviste. Non a caso in tv i primi autori furono Garinei e Giovannini. E quindi Amurri, Verde. Tra i primi conduttori ci fu Mario Riva, un attore di varietà. O ancora Alberto Lupo ed altri. Oggi questo non si fa più: non ci sono gli autori. Oggi ci sono i format. Spesso nascono in Spagna, Olanda, Francia e quindi poi vengono adattati in Italia”.
Alzare il livello di qualità della televisione è una questione di gusto e di budget. “Il gusto – dichiara Magalli – può essere educato o diseducato. Ormai il pubblico pretende questo standard che vediamo ogni giorno. La moltiplicazione dell’offerta dei canali in tv da una parte è stata cosa davvero buona, dall’altro però ha abbassato il budget. Inevitabilmente quindi la qualità complessiva ne risente. I proventi non bastano spesso a compensare autori, registi validi e così via”.
Tra gli show men più apprezzati dallo storico autore e conduttore c’è Fiorello, il mattatore del Festival di Sanremo 2020 targato Amadeus . “Fiorello è bravissimo. Soprattutto ha una grande fortuna: quella di poter lavorare solo quando gli va. Lui studia continuamente, si fa venire nuove idee. Ha quindi il tempo di elaborare prodotti vincenti”, dice Magalli.
In Campania Magalli venne a conoscere anche tre ragazzotti simpatici in veste di autore della trasmissione “No Stop”, un talent ante litteram.
“Quando scrissi “No stop” – ricorda Magalli – pensai ad una pedana di lancio per giovani talenti. Nel 1977 potei attingere ad un serbatoio enorme. Feci una selezione molto accurata e andai in Campania, dove mi avevano segnalato tre bravi ragazzi che si chiamavano “I Saraceni”, che io ribattezzai “La Smorfia”: Troisi, De Caro ed Arena. Presi poi dal nord i “Gatti di Vicolo Miracoli”, una new entry come Beruschi, che faceva il ragioniere alla Galbuseri biscotti. Altri tempi per la tv”.
Una tv che muta ma che resta sempre la stessa nella sua gestione e regolarizzazione interna.
“La lottizzazione in tv è sempre la stessa. Prima aveva però una maggiore stabilità. Io quando entrai ebbi come primo direttore generale Bernabei, poi ho avuto Biagio Agnes. Devo evidenziare che erano direttori attenti, ti chiamavano e collaboravano alla realizzazione dei programmi. Oggi è un po’ tutto cambiato. Spesso diventa difficile anche essere ricevuti, con nostro enorme rammarico: ed è la sorte mia, di Baudo, della Carrà”, afferma il conduttore.
Spesso si parla di un cambiamento per la vita professionale di Giancarlo Magalli, ormai sempre più identificato con la trasmissione “ I Fatti Vostri”.
“Sono trent’anni di “Fatti Vostri”, esclama Magalli. “Prima mi prendevo anche io qualche “vacanza”. Facevo tre anni ai Fatti Vostri, poi conducevo “I cervelloni, , “Papaveri e Papere” e poi ritornavo ai “Fatti Vostri”. Ormai sono undici anni di fila ai “Fatti Vostri”. Sono tanti, forse troppi! Chissà se quando ci rivedremo ad ottobre al Premio Penisola Sorrentina qualcosa sarà cambiato”.