Sabato 09 novembre alle ore 17,00, presso il Museo ARCOS di Benevento, sarà inaugurata la mostra Tracce d’Oriente, personale di pittura di Lyu Jianfu (1956), a cura di Milot e Francesco Creta. La ricerca di Lyu Jianfu nasce dall’unione tra una sensibilità contemporanea che sfocia in soggetti apparentemente astratti e una tecnica, la pittura inchiostro cinese, che affonda le radici nella storia della propria patria. Attraverso la creazione di opere contemporanee a inchiostro cinese, Lyu Jianfu cerca di esplorare il significato dell’inchiostro cinese nel corso del tempo, come un simbolo importante della cultura cinese e della sua interazione con i diversi background culturali nel mondo.
Riguardo Lyu Jianfu, Giandomenico Semeraro, docente dell’accademia di Firenze, ha rilevato: “La sua vita come una valigia ricca di solitudine, lo porta a mantenere nelle sue opere artistiche un legame strettamente connesso al mondo reale, le diverse conoscenze e punti di vista rendono ogni creazione diversa ma eterna”.
Come scrive Francesco Creta: “La pittura di Lyu Jianfu si caratterizza per il suo uso dell’acqua in rapporto al pigmento, che permette all’artista di creare linee che adesso divengono confini sfuocati di un sogno ora linee nette che rimandano alle spaccature del terreno. Un rapporto forte quello col mondo naturale che si sviluppa tra gli elementi rappresentati in maniera simbolica attraverso i segni. Una natura che diviene simbolo, evocata attraverso le pennellate del maestro cinese, Tracce d’inchiostro che riportano al loro interno la vita di chi le produce, percorsi di memoria da cui appaiono i fantasmi della storia e della società contemporanea”.
Lyu Jianfu è attualmente direttore del Museo d’Arte Yindi di Pechino, vice presidente dell’Istituto di Ricerca Sociale e Culturale, consulente senior del Centro di Ricerca sulla Crescita dell’Impresa dell’Università di Zhejiang e consulente del Centro Internazionale d’Arte sino-europeo. Nel corso degli anni, si è dedicato alla produzione della sua ricerca contemporanea; la sua esperienza di vita e la sua conoscenza, ha determinato lo stile e i contenuti espressi nelle sue opere.
Una mostra come Tracce d’Oriente – scrive il direttore Ferdinando Creta – crea un ponte tra le esposizioni di artisti emergenti e le antologiche di artisti affermati, infatti per quanto la ricerca del maestro cinese sia ormai ampiamente storicizzata si affaccia a un territorio come quello campano completamente diverso, apparendo ai visitatori come una nuova scoperta.[…] Arcos è sempre più centro di scambio e spazio vivo in cui mettere in relazione tutte le espressioni dell’arte che è contemporanea, cioè che vive nel nostro tempo.
Giovedì 14 novembre Liu Ruowang, cinese ed amico di Lyu Janfu, in piazza del Municipio a Napoli, cuore istituzionale della città, realizza un’opera grandiosa, trasformando la piazza napoletana in una grande galleria a cielo aperto. Un aggressivo branco di cento lupi – fusioni in ferro, ognuna del peso di 280 kg. – che minaccia un impotente guerriero è l’allegoria con cui l’artista cinese rappresenta la dura risposta della natura alle devastazioni compiute dall’uomo, stigmatizzando l’incontrollabile processo di antropizzazione dell’ambiente. La mostra, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, è stata organizzata e curata da Matteo Lorenzelli, animatore della storica galleria milanese Lorenzelli Arte, in collaborazione di Milot, che con Francesco Creta cura la mostra beneventana. Allestita fino al 31 marzo 2020, propone una riflessione critica sui valori della civilizzazione e sulla grande incertezza in cui viviamo oggi, per contrastare il rischio di progressivo e irreversibile annientamento del mondo attuale.
Liu Ruowang (1977) è uno dei maggiori artisti contemporanei della Cina. Scultore e pittore, il suo è un percorso originale che si basa su un bagaglio socio-culturale ben preciso, collocato nel solco della tradizione cinese che ha saputo testimoniare grazie all’universalità del suo linguaggio artistico nel quale ha ben amalgamato elementi trasversali con aspetti peculiari della sua tradizione. Partendo dalla considerazione che la storia dell’uomo è anche la storia del suo rapporto con la natura, l’artista cinese affonda la sua ricerca, da un lato, nella cultura del lessico e del pensiero del suo paese e, dall’altro, in quella occidentale, attraverso richiami alla fluidità della nostra società globalizzata, con cui diamo luogo alla continua moltiplicazione d’identità all’interno di dimensioni sia reali che virtuali. La dimensione filosofica di Liu Ruowang è anche una vera e propria denuncia dei rischi provocati dalla perdita dei valori umani, mortificati dal sistema oppressivo della vita contemporanea, teatro di dolore e violenza, luoghi contaminati dalle prevaricanti mitologie di massa.