Sabato 13 giugno il Napoli Teatro Festival Italia si sposta in regione. Al Teatro Naturale di Pietrelcina ore 21 sarà protagonista la musica di Raffaello Converso, che presenta Travestimenti spirituali: da Bella ciao a Padre Pio, realizzato con le orchestrazioni di Roberto De Simone. In scena, l’ensemble formato da Raffaello Converso (voce e chitarra), Luigi Grima (direttore d’orchestra), Mimmo Napolitano (pianoforte), Mariana Muresanu (violino), Giuseppe Navelli (violino), Filippo Dell’arciprete (viola), Ilie Ionescu (violoncello), Antonio Di Costanzo (contrabbasso), Luca Martingano (corno), Giuseppe Di Colandrea (clarinetti/sax), Vincenzo Leurini (tromba), Cosimo Panico (trombone), Franco Ponzo (chitarra), Edoardo Converso (mandolino) e Gianluca Mirra (percussioni).
Alla fine degli anni ‘60 del secolo scorso, Roberto De Simone e l’antropologa Annabella Rossi registrarono al Santuario di San Michele del Gargano alcune strofe di una Lauda per Padre Pio e per l’Arcangelo Michele. Sorprendentemente il motivo che sosteneva entrambi i brani era quello più conosciuto come “canto dei partigiani”, eseguito alla fine della seconda guerra mondiale, ma che presenta più lontane origini melodiche in un canto di tradizione ebraica, rilevato in America e inciso nel 1919. La presente versione, in cui Roberto De Simone sullo stesso motivo ha plasmato argomenti desunti dalla passione di Cristo — trasferiti nel patire mitico del santo frate cappuccino — segue le secolari tracce dei travestimenti spirituali articolati su melodie di già larga diffusione. Infatti, la registrazione effettuata da Alan Lomax nel 1919 si riferiva a un precedente canto composto in memoria di fuochisti ebraici periti nell’affondamento del famoso transatlantico Titanic, ed è articolato con moduli melodici simili a quelli riscontrabili nel canto di Bella ciao.
«Ignoriamo per quali strade culturali la melodia sia stata trasferita nelle strofe del canto partigiano — spiega Converso — e successivamente in quelle spirituali dedicate a Padre Pio. In generale, però sappiamo che nella nostra secolare tradizione rituale o politica, spesso ricorrono canti religiosi di derivazione profana, rivestiti di un testo spirituale o, al contrario, melodie religiose trasferite in ambiti di argomento profano o politico».
Casa del Festival – Palazzo Reale
Piazza del Plebiscito 1
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