Giovedì 20 giugno al Napoli Teatro Festival Italia, diretto per il terzo anno da Ruggero Cappuccio, si inizia alle ore 16.00 al Teatro Politeama con la prima assoluta di Angels in America di Tony Kushner, una travolgente maratona in due capitoli (Si avvicina il millennio e Perestroika), firmata da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, coprodotta dal Teatro dell’Elfo e dalla Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia. Alle ore 19.00, a Galleria Toledo, sarà la volta del teatro internazionale con Cronache di una città senza nome, diretto da Wael Kadour e Mohamad Al Rashi, spettacolo che racconta una storia vera, avvenuta a Damasco all’inizio della rivoluzione: il suicidio di una giovane donna in una notte d’estate del 2011. Alle 21.00, al via anche gli appuntamenti di Pompeii Theatrum Mundi, la rassegna estiva di drammaturgia antica, che proseguirà fino al 13 luglio, promossa dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e dal Parco Archeologico di Pompei, in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia 2019, Teatro Nazionale di Genova, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Fondazione Matera Basilicata 2019. Si parte con il debutto de La Tempesta di Shakespeare, adattamento e regia di Luca De Fusco, con i movimenti coreografici di Emio Greco e Pieter C. Scholten, che vede in scena Eros Pagni, Gaia Aprea, Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta, Gennaro Di Biase, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Alfonso Postiglione, Carlo Sciaccaluga, Francesco Scolaro, Paolo Serra, Enzo Turrin (replica il 21 e il 22 giugno ore 21.00). Dalla scena internazionale della danza, arriva a Napoli la coreografa brasiliana Alice Ripoll con Cria, previsto al Teatro Nuovo ore 21.00. Ispirata al Passinho, uno stile di danza urbana di Rio de Janeiro, la performance esplora la sfera della sensualità attraverso l’intreccio del funk con la danza contemporanea. Riparte anche la sezione Letteratura del NTFI, curata da Silvio Perrella, alle ore 19.00 presso Made in Cloister. Il chiostro della Chiesa di Santa Caterina a Formiello ospita Ouverture, reading di Andrea De Goyzueta in omaggio alla poesia di Carlo Bernari, con Enrico Bernard; a seguire La Morte della Bellezza. Voci in concerto per Giuseppe Patroni Griffi, per la regia di Nadia Baldi. Alle 21.00 al Teatro Sannazaro ultimo appuntamento con Sportopera, che presenta in prima assoluta Correre, da Jean Echenoz, adattamento di Antonio Marfella, con Andrea Renzi e il Coro di voci bianche Alma Choir diretto Da Stefania Rinaldi. Sempre alle 21.00, per la sezione Osservatorio va in scena nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, Vladimiro mira il mare – Dell’ingestibile smarrimento dell’essere, per la regia di Paola Tortora, anche in scena con una capra (la capra Dea) e Stefano Profeta (suggestioni sonore per contrabbasso). Replicano ore 17.00, 19.00 e 21.00 Essere Dylan Dog, progetto a cura del Comicon, in scena a Palazzo Venezia – A ‘Mbasciata (prosegue il 21 giugno ore 17.00, 19.00, 21.00; il 22 e 23 giugno ore 12.00, 17.00, 19.00, 21.00); ore 18.00, Underground – Roberta nel metrò, spettacolo per venti spettatori in viaggio pensato per le metropolitane di Torino, Roma, Napoli, Milano, Parigi e Berlino della compagnia italo-australiana Cuocolo/Bosetti (appuntamento con gli spettatori alla Sala Assoli; ancora in scena il 21 giugno ore 18.00 e 22 giugno ore 11.30). La serata di eventi si chiude al Giardino Romantico di Palazzo Reale ore 22.30 con la rassegna cinematografica a cura di Roberto D’Avascio per Arci Movie, che presenta Addio fratello crudele di Giuseppe Patroni Griffi.
Arriva in prima assoluta al Napoli Teatro Festival Italia, lo spettacolo Angels In America di Tony Kushner, firmato da Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, interpretato da Angelo Di Genio, Elio De Capitani, Cristina Crippa, Ida Marinelli, Marco De Gaudio, Sara Borsarelli, Alessandro Lussiana, Giusto Cucchiarini, Giulia Viana, coprodotto dal Teatro dell’Elfo e dalla Fondazione Campania dei Festival. Al Teatro Politeama, va in scena una travolgente maratona in due capitoli, che inizia alle ore 16.00 con Si avvicina il millennio e prosegue alle 21.00 con Perestroika.
Il lavoro teatrale ci porta nel cuore dei nostri anni laici e tormentati. Si avvicina il millennio si apre raccontandoci i conflitti di due coppie: quella omosessuale composta da Prior, il protagonista prescelto dagli angeli come profeta, e del suo compagno Louis, e la coppia etero dei coniugi Pitt, un avvocato mormone e la sua giovane moglie depressa. Alle loro storie s’intreccia quella di Roy Cohn, potente e temuto avvocato conservatore che ha difeso anche Donald Trump, colpevole di aver mandato a morte i coniugi Rosenberg durante il maccartismo. «Niente è perduto per sempre – scrive l’autore –, in questo mondo c’è una specie di doloroso progresso. Nostalgia per quello che abbiamo lasciato dietro di noi e sogno del futuro. Il mondo che avanza». La discesa nelle contraddizioni dell’America continua nella seconda parte. Prior, che si è ammalato di Aids, viene abbandonato da Louis che trova un nuovo amante nell’avvocato Joe Pitt. Intanto la moglie di quest’ultimo, ormai dipendente dai farmaci, lotta per ritrovare un equilibrio. E l’Aids colpisce anche Roy Cohn che, con l’avvicinarsi della morte, rivede nei suoi sogni la sua vittima più famosa, Ethel Rosenberg. Lo spettacolo si avvale delle scene di Carlo Sala, dei video a cura di Francesco Frongia; i costumi sono di Ferdinando Bruni, le luci di Nando Frigerio; mentre il suono è curato da Giuseppe Marzoli. Replicano il 21 giugno: ore 15.30 Si avvicina il millennio; ore 20.30 Perestroika.
Dedicato alle nuove visioni della scena artistica post-migratoria, è Cronache di una città senza nome di Wael Kadour, anche regista dell’opera insieme a Mohamad Al Rashi. Il lavoro teatrale interpretato da Mohamad Al Rashi, Ramzi Choukair, Hanane El Dirani, Amal Omran, Mouiad Roumieh, Tamara Saade, va in scena in prima nazionale il 20 giugno ore 19.00 a Galleria Toledo.
Cronache di una città senza nome è basato su una storia vera avvenuta a Damasco all’inizio della rivoluzione: il suicidio di una giovane donna in una notte d’estate del 2011, proprio mentre il Paese era attraversato da un vento nuovo. La pièce non documenta l’incidente, ma si pone una domanda: come ha potuto una siriana non sapere quello che stava succedendo nel suo Paese, quando il movimento rivoluzionario rischiava di far cadere il regime? Il regista e drammaturgo Wael Kadour — formatosi all’Istituto Superiore di Arti Drammatiche di Damasco, oggi rifugiato in Francia —, evocando certi aspetti della società siriana prima e dopo la rivoluzione, mette in luce la violenza intrinseca al sistema politico, economico, religioso del suo Paese capace di annichilire qualsiasi speranza di sogno e di futuro. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con La Francia in scena, stagione artistica dell’Institut Français Italia, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno dell’Institut Français e della fondazione Nuovi Mecenati e con il sostegno finanziario del Goethe-Institut di Napoli e del Ministero Federale degli Affari Esteri di Berlino. Replica il 21 giugno ore 21.00.
Ritorna dal 20 giugno al 13 luglio 2019, Pompeii Theatrum Mundi, la rassegna estiva di drammaturgia antica promossa da Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e Parco Archeologico di Pompei, in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia 2019, Teatro Nazionale di Genova, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Fondazione Matera Basilicata 2019. Un progetto quadriennale immaginato per il Teatro Grande del più imponente sito archeologico del mondo qual è Pompei, che si inserisce nel più vasto programma di promozione del Parco. Secondo un articolato calendario, tra il 20 giugno e il 13 luglio 2019 sul palcoscenico del Teatro del II sec. a.C. andrà in scena il terzo ciclo di spettacoli della rassegna, con quattro grandi opere, di cui tre in prima assoluta, proposte al pubblico nella suggestiva atmosfera degli scavi, quest’anno promosse anche nell’ambito della sezione Progetti speciali della dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia diretto da Ruggero Cappuccio.
Si parte il 20 giugno ore 21.00 con il debutto di La Tempesta di Shakespeare, adattamento e regia di Luca De Fusco, con coreografie di Emio Greco e Pieter C. Scholten, e protagonisti Eros Pagni, Gaia Aprea, Alessandro Balletta, Silvia Biancalana, Paolo Cresta,
Gennaro Di Biase, Gianluca Musiu, Alessandra Pacifico Griffini, Alfonso Postiglione,
Carlo Sciaccaluga, Francesco Scolaro, Paolo Serra, Enzo Turrin. Una produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia. Eros Pagni sarà «un mago chiuso nel suo luogo di studio e riflessione che si trasfigura con giochi di allucinazioni creando un’isola che non c’è – dichiara Luca De Fusco – Tutto è nella testa del mago, compresi Ariel e Calibano, che divengono in questa lettura una sorta di Jekyll e Hyde. Ecco perché la scena della Tempesta è una citazione della biblioteca mediatica del protagonista, ecco perché i suoi avversari si presentano con abiti delle più svariate epoche, essendo nient’altro che citazioni della cultura occidentale, l’unica esperienza che questo intellettuale agorafobico abbia avuto nella sua vita. Dopo aver pensato questo personaggio di grande cultura, di grande capacità immaginativa e che mi figuro da sempre immerso nei suoi libri, mi sono reso conto che il mio Prospero altri non era che mio padre, Renato De Fusco, emerito storico dell’architettura che, dal chiuso della sua biblioteca, ha raccontato, in decine di opere, edifici in gran parte dei quali non è mai stato, ma che ha avuto la capacità visionaria d’immaginare. È per questo che gli dedico questa mia regia in occasione dei suoi novant’anni». Replica il 21 e il 22 giugno ore 21.00.
Al Teatro Nuovo ore 21.00 va in scena lo spettacolo di danza contemporanea della coreografa brasiliana Alice Ripoll con Cria, in scena i danzatori Tiobil Dançarino Brabo, Kinho Jp, Vn Dançarino Brabo, Nyandra Fernandes, May Eassy, Romulo Galvão, Sanderson Bdd, Thamires Candida, Gb Dançarino Brabo, Ronald Sheick. Ispirata al Passinho, uno stile di danza urbana di Rio de Janeiro, la performance esplora la sfera della sensualità attraverso l’intreccio del funk con la danza contemporanea. Il lavoro indaga il concetto di creazione, i suoi modi e le sue possibilità: creare uno spettacolo, creare una nuova tecnica, creare una nuova vita. La danza neonata qui trasforma la violenza dell’attuale contesto brasiliano in potere creativo. In portoghese la parola “cria” (razza) ha due significati letterali: essere giovane, animale o umano e anche il verbo creare. In Brasile è comunemente usato per esprimere in quale slum o quartiere è nato qualcuno: I’m CRIA from Complexo. Replica il 21 giugno ore 19.00.
Sempre alle 21.00, ma al Teatro Sannazaro, ultimo appuntamento con Sportopera, che presenta Correre, da Jean Echenoz, adattamento di Antonio Marfella, con Andrea Renzi e il Coro di voci bianche Alma Choir diretto da Stefania Rinaldi. Questo lavoro mette in connessione il tono ironico della scrittura di Jean Echenoz con lo stile scomposto di Emil Zátopek, il fondista cecoslovacco plurivincitore olimpico: «Il suo ritmo-gara in corsa si modifica costantemente, è fatto tutto di tempi spezzati, sottili cambiamenti di velocità di cui si dolgono amaramente quelli che lo inseguono. Non soltanto, infatti, per loro è quasi impossibile tener dietro senza scoppiare alla falcata breve, scomposta, irregolare e a scatti che Emil Inanella, non soltanto quelle incessanti variazioni di ritmo complicano loro spaventosamente la vita, non soltanto quell’andatura strana e sofferente, combinata con rigidi gesti da automa, li scoraggia perché li inganna, ma oltretutto quell’eterno ciondolare il capo e quel perenne mulinare le braccia dà loro il capogiro». I due stili però esprimono entrambi una musicalità e musicale l’intuizione di tradurre in scena la storia di Emil: musicalità affidata alla voce solista e podista di Renzi, e alle voci ancestrali, bianche, del coro Alma Choir diretto da Stefania Rinaldi. Lo spettacolo si avvale della collaborazione musicale di Massimiliano Sacchi; lo spazio scenico è a cura degli allievi del biennio di Scenografia per il Teatro dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, la produzione di Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro.
Alle ore 19.00 si inaugura anche SE, la sezione di Letteratura dedicata alla poesia e ai poeti, a cura di Silvio Perrella. Il progetto prevede incontri letterari, performance e jam session musicali, che animeranno le serate napoletane nella nuova sede di Made in Cloister che, tutte le sere dal 20 al 26 giugno a partire dalle ore 19.00, ospiterà eventi che coniugano poesia, musica e teatro, celebrando in sette serate l’arte della scrittura. Si comincia il 20 giugno con Ouverture il reading di Andrea De Goyzueta in omaggio alla poesia di Carlo Bernari, con Enrico Bernard. Quando si parla di Carlo Bernari e si pensa subito ai Tre operai, cioè al romanzo che aprì una nuova strada nella letteratura italiana del Novecento. Molto meno conosciuta è la sua parca produzione in versi. Se possiamo leggerla, rendendole omaggio, lo dobbiamo al lavoro del figlio dello scrittore Enrico Bernard, autore egli stesso e drammaturgo, che l’ha raccolta in Cose in versi.
A seguire, sarà la volta di La Morte della Bellezza. Voci in concerto per Giuseppe Patroni Griffi, con Nadia Baldi, Antonella Ippolito, Dario Zeno (pianoforte), Renato Salvetti (chitarra), Andrea Bonioli (batteria), Michele Villari (sax e clarinetto), Andrea Colella (contrabbasso), Roberta Rossi (voce), con le musiche originali di Andrea Bonioli e Roberta Rossi, per la regia di Nadia Baldi.
Romanzo classico e storico. È la vicenda di un amore omosessuale fra due giovani, sullo sfondo di una Napoli in piena guerra e sotto i bombardamenti aerei; amore sensuale e sentimentale, controverso e negato, che l’atmosfera crudele e incantata di una città fatale rende simbolico come le fiamme che la esaltano e distruggono. Sullo scenario di questa Napoli, emerge il conflitto fra l’educazione sentimentale e la celata omosessualità del sedicenne Eugenio che, insidiato dal giovane tedesco Lilandt, prima lo rifiuta e poi si getta impetuosamente in un legame amoroso.
Tre leggii sono l’unica scenografia, resi viventi da un accordo di morbide e graffianti voci che illuminano il palcoscenico. Qui il soggetto non è soltanto quello dichiarato in prima battuta «Com’era bella Napoli quaranta anni fa», ma anche l’omosessualità, che lo scrittore-regista narra con cenni insoliti e coraggiosi, afferrati nella sua intrinseca e naturale inclinazione scenica dal riadattamento di Nadia Baldi. Un riadattamento che rispetta ed esalta lo “stile d’acqua” di Patroni Griffi.
Alle 21.00, per la sezione Osservatorio va in scena nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale, Vladimiro mira il mare – Dell’ingestibile smarrimento dell’essere per la regia di Paola Tortora, anche in scena con la capra Dea e Stefano Profeta (suggestioni sonore per contrabbasso). Questa creazione affronta il tema dello smarrimento dell’essere in rapporto con l’Universo. Liberamente ispirata al saggio Hamletica di Massimo Cacciari ed alcune Prose di Samuel Beckett, la partitura, originale, surreale e poetica è affidata a Vladimiro, uno dei più noti “esausti” del teatro beckettiano, incarnato secondo una rilettura che dell’autentico conserva solo opache sfumature. Qui si immagina che Vladimiro, rimasto solo sulla scena dell’impossibile, paradossalmente smetta di aspettare Godot, per andarlo a cercare. Naturalmente il vano tentativo non può che tradursi in un sogno. Un sogno metafisico in cui, l’Uomo, vissuta una singolare metamorfosi che lo cala nei panni di un grottesco clown, ordisce un dialogo estremo con Amaltea Capra Dea, incarnazione della sua Anima. Confrontandosi con tale creatura (in scena in carne ed ossa), simbolo della natura e del divino, Vladimiro si aggira alla ricerca di nuovi paesaggi interiori, immerso in una dimensione dilatata e atemporale tipica di un certo teatro dell’assurdo.
Alle ore 22.30 nel Giardino Romantico di Palazzo Reale, secondo appuntamento con il cinema al Dopofestival, a cura di Roberto D’Avascio per Arci Movie, che presenta la rassegna Drammaturgia per il cinema – La scrittura dell’immagine teatrale sul grande schermo. La seconda serata di Cinema del Napoli Teatro Festival Italia vede protagonista Giuseppe Patroni Griffi con la sua pellicola.
Casa del Festival – Palazzo Reale
Piazza del Plebiscito 1
Tutti i giorni 10.00 – 19.00
mail: biglietteria@napoliteatrofestival.it
biglietteria: 344 045 6788
infopoint: 344 045 4626
Intero € 8,00
ridotto under 30 – over 65 € 5,00
Letteratura e Teatro Ragazzi € 5,00
Pompeii Theatrum Mundi da € 10 a € 30
Gratuito diversamente abili con un accompagnatore e pensionati titolari di assegno sociale.
Per informazioni www.napoliteatrofestival.it