Sabato alle 11, al museo dell’ex Carcere Borbonico, apre al pubblico la mostra “Salvatore Esposito. Mefite” che propone una serie di fotografie ed un’opera video realizzati dal fotografo napoletano nel corso del suo ultimo reportage.
Il lavoro racconta un viaggio nella Valle d’Ansanto, tanto cara a Virgilio e terra di passaggio per le popolazioni migratorie: il più celebrato santuario della dea Mefite. Attraverso il mezzo della fotografia, Esposito ha annotato dei micro accadimenti di esistenza, di animali approdati, inconsapevolmente, nella valle dell’Ade. Da sempre, infatti, si mostra interessato ai processi di trasformazione e mutazione nonché al prezioso ruolo del tempo, che da una parte distrugge e dall’altra conserva queste preziose testimonianze del suo passaggio. L’interesse del fotografo si rivolge dunque ad uno studio alla forma del corpo, umano e animale, alla possibilità di “ridisegnarsi” o di “rigenerarsi” ad una nuova esistenza o, come in questo caso, al destino spietato che la chimica naturale riserva alla vita.
Afferma Esposito: “Le fotografie non presentano alcuna enfasi e concessione narrativa: animali morti per avvelenamento di gas e di acque presenti nel luogo sui quali il mezzo fotografico si sofferma realizzando una ripresa diretta e schiacciata sul soggetto, senza orizzonte, una “fotografia oggettiva”, ma profondamente partecipata, indagatrice del luogo del “crimine” Ho fotografato queste forme in quanto trasformazioni, forme sospese tra ciò che sono e il divenire: forme sospese tra ciò che più non è e ciò che non è ancora“.
La mostra sarà visitabile fino al 2 maggio.