Un convegno interessante e di spessore culturale alto, quello che si è tenuto a Reino nell’ambito della Festa dell’Emigrante, un evento organizzato dal Comune e dalle Associazioni reinesi. Questione Meridionale: l’emigrazione di ieri e di oggi.Cause,Analisi e prospettive, questo il tema affrontato al tavolo dei relatori.Una presenza importante ha arricchito il livello culturale della serata, lo scrittore e giornalista Pino Aprile. Ad aprire i lavori, il sindaco Antonio Calzone che si è soffermato sugli aspetti demografici dei comuni dell’entroterra campano,tracciando una mappa delle migrazioni e del fenomeno di spopolamento delle aree sannite a partire dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, ripercorrendo le dinamiche che hanno portato alle migrazioni di lavoratori verso paesi come Argentina e nord Europa, per poi passare alla crisi economica degli ultimi dieci anni e delle conseguenze che ancora viviamo.Le migrazioni non riguardano solo flussi di persone, ma con esse anche pezzi di tradizioni e cultura, per scongiurare la fine di tutto questo, si è dato vita ad una Associazione culturale di recente costituzione, che intende promuovere la ricerca e la catalogazione di fatti, eventi, tradizioni locali e storia.Di questo ne ha parlato Massimiliano Colesanto, docente di lettere. Sono intervenuti inoltre il consigliere provinciale Giuseppe Antonio Ruggiero, il M° Giovanni De Nunzio che ha parlato dell’importanza della tradizione legata alla musica e alla danza del Gruppo folkloristico “A Ziarella”, che da anni propone a livello internazionale la tipicità delle tradizioni reinesi. A tenere alto l’interesse del pubblico presente in sala, è stato l’intervento, per certi aspetti “teatrale”di Pino Aprile, giornalista e scrittore esperto della “questione meridionale”. “Cosa vuol dire essere meridionali? significa non avere identità. Abbiamo acquisito questa definizione solo rispetto a chi ci ha definito così un secolo e mezzo fa…perdendo così l’identità, ma siamo Sanniti, Irpini ecc…”ha rimarcato Aprile, che ha parlato delle ragioni che hanno spinto la gente del posto ad abbandonare il territorio, pensando di non poter vivere bene. Tutto fa capo alla distribuzione della ricchezza, questo territorio da sempre a vocazione agricola necessita di esperti del settore, non più di semplici contadini, ma di imprenditori agricoli che abbiano cultura, tecnologia senza lasciare la tradizione. E’ importante comprendere che la soluzione ce l’abbiamo sotto i piedi.Le cose non succedono,succedono le cose che vogliamo far succedere. Poi dovremmo smettere di pensare a noi come meridionali,perchè è un concetto che non può esistere visto che la terra è tonda, il centro può essere ovunque… il centro può essere anche Reino”. Ha concluso Pino Aprile.