Fate presto, titolava Il Mattino all’indomani del terremoto del 1980 ed è un po il leit motiv che potrebbe stare alla base della conservazione del ciclo pittorico della cripta dei Sabariani nella piazza omonima. Gli affreschi di epoca tardo longobarda del IX secolo rischioano seriamente il completo disfacimento se nopn si registrerà un effettivo intervento di reaturo e di relativa conmservazione,. Tutto questo passa attraverso il concerto di intenti tra istituzioni, in primis la Diocesi, visto che la cripta confina con il Palazzo dell’Archivio di Stato, e il Comune che dovrà farsi carico, tra le note difficoltà, del bene riportato in emersione. Un autentico capolavoro di ragguardevole importanza che potrebbe diventare parte di un più generale percorso storico artistico dell’Italia centromeridionale nel contesto della produzione pittorica altomedievale propria di quel periodo.
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