Carlotta, sempre più fortissimamente Carlotta. Un incipit col quale ormai non sarebbe più nemmeno ipotizzabile scrivere di lei. A Carlotta Nobile il suo Liceo, il Giannone, intitola una sala musicale che, per incanto, si riempie della sua grazia che finisce per ricadere su tutti coloro che cercano di raccontarne, senza mai riuscirvi appieno, la sua figura, la sua statura umana e di artista. Carlotta Nobile, cui il Giannone tributa un nuovo atto d’amore, indica la via maestra, come ripetono i suoi familiari, detta l’ultimo passaggio, per parafrasare una locuzione calcistica, suggerisce emozioni. E noi tutti che l’abbiamo conosciuta e amata veniamo travolti dal vortice ineluttabile di sentimenti che come la bufera infernale “mai non resta”. Alla fine anche la prammatica intervista ad Adelina, la splendida madre di Carlotta, diventa una montagna enorme da superare ma si deve fare, perchè il mestiere lo impone e il messaggio deve arrivare.