MILANO – Trent’anni or sono da quando il bello e dannato, giacca nera e camicia rossa, ha esordito irrompendo nel panorama internazionale della fumettistica. Dylan Dog, irriducibile play boy dallo stile un po’ scuro, dallo sguardo profondo e penetrante, con un fascino accattivante ed intrigante tale da far impazzire un lato femminile un po’ di nicchia, ma allo stesso tempo incomprensibilmente vasto. Forse perché anche quel pubblico femminile un po’ svitato, a dirla tutta, lo era.
Era il 26 settembre del 1986: con “L’alba dei morti viventi“, Tiziano Sclavi e la Bonelli Editore avevano dato vita a uno dei casi editoriali nel fumetto nostrano. Non fu subito boom, per la verità, ma dopo alcuni mesi Dylan Dog iniziò la scalata nelle vendite, al punto di superare Tex, testata ammiraglia della casa editrice milanese. Negli anni ‘90, le quotazioni degli albi raggiunsero il picco, diventando croce e delizia dei collezionisti.
Oggi a Milano si sono riuniti in conferenza stampa per ricordare il dannato Dylan. Un compleanno festeggiato col botto dato che è stata annunciata una nuova serie scritta da Sclavi. Titolo provvisorio: “Le storie di Dylan Dog”, il che fa pensare – anche se le bocche sono cucite – che la sua creatura potrebbe essere solo un fil rouge per introdurre situazioni e personaggi antologici. Dunque, il numero di ottobre, il 362, dall’evocativo titolo “Dopo un lungo silenzio”, col quale Sclavi tornava a raccontare le gesta di Dylan Dog dopo 9 anni di silenzio (con una copertina totalmente bianca e un tema spinoso come l’alcolismo) è solo un antipasto di quella che sarà la prossima saga di una camicia rossa, una giacca nera, indossata da quello svitato, dannatamente e maledettamente moro e misterioso, di Dylan Dog.