BENEVENTO- Città Spettacolo e Il Crudo e il Cotto. Poi la nomina dei membri della Fondazione, di cui il sindaco Mastella mantiene la presidenza e la riconferma del direttore artistico Renato Giordano. Ora è tempo di valutazioni, una buona parte delle quali è stata già espressa, pro o contro la ratio, se così si può dire, dell’intera kermesse offerta ad un pubblico che ne ha recepito entusiasta la portata “innovativa”. Chi non ha gradito è quella parte negletta che si riconduce ad uno stantio “radicalscicchismo” borghese, di conio picucciano, e con la puzza sotto al naso che cerca, nella disperazione della solitudine in cui è sprofondato, di chiedere che si ecumenizzi la fatidica prossima volta, che cioè nelle future edizioni a marchio Giordano si provi quanto meno a ragionare se Città Spettacolo debba tornare ad essere una rassegna teatrale oppure debba concludersi come ogni cosa umana su questa terra e cedere lo passo a notti sempre più terse di luna piena.
Nel frattempo i suddetti autoesclusi dal clima festaiolo e godereccio dei giorni belli, i sinistrati o giù di li devoti al culto del”meno siamo meglio stiamo”, fanno sentire la loro voce. Isidea, Rito Martignetti ca va sans dire, rilancia “la propria immutata disponibilità al dialogo e alla partecipazione, a patto che sia immediatamente azzerato il nuovo Cda della Fondazione, per riproporlo solo dopo la celebrazione degli Stati Generali della Cultura”. Ma de che, direbbero dalle parti della Capitale e pure a Palazzo Mosti. Alea iacta est, indietro non si torna, anche perchè Isidea apostrofa Giordano “uno spericolato direttore artistico pro-massa e anti-nicchia e il sindaco Clemente Mastella sempre più avviato sulla deriva decisionista”. E poi l’ottimo Rito tira fuori dal vocabolario “Stati Generali della Cultura”; non un buon viatico per sollecitare la sensibilità dell’assessore alla Cultura. Ancora più verbosi i due consiglieri del Movimento 5 Stelle Sguera e Farese che si dicono “delusi dalle scelte fatte dall’Amministrazione “non tanto nel merito ma soprattutto nel metodo, che si rivela figlio di una idea “decisionista” della politica, per altro esibita anche in altri ambiti” e citano la questione mensa e la mobilità urbana. Poi la stoccata finale. “Non ci si appelli ogni volta all’investitura popolare e ai bagni di folla per giustificare ogni decisione senza discussione presa né si paventi il rischio di una palude in cui non si decida mai nulla. Esiste una democrazia che è nello stesso tempo decidente e partecipata. Era il modello che ci auguravamo per Benevento. Dopo tre mesi di “opposizione costruttiva”, come M5S prediamo atto che, al di là di generiche dichiarazioni di apertura, il Sindaco Mastella e la sua maggioranza hanno deciso di andare diritti per la loro strada”. E meno male che hanno atteso tre mesi…