S. MARTINO V. C. – Il rapporto privilegiato che il maestro Lucio Dalla ha avuto negli anni con S. Martino ed in particolare modo la profonda amicizia che l’ha legato con Gianni Raviele ha immortalato il piccolo centro caudino, senza esagerare, negli albori della storia della musica italiana.
Due colossi, uno della musica e l’altro del giornalismo, hanno intensificato negli anni un filo di interlocuzione, di stima e di fiducia, tanto da incidere un segno che resterà eterno per la piccola comunità.
Lucio Dalla era, sì, un bolognese, ma sicuramente anche un sammartinese e ciò l’ha dimostrato in quell’agosto di trent’anni fa. Era esattamente il giorno 17 del 1986, quando in anteprima mondiale cantò alcuni versi della sua storica e celeberrima “Caruso”.
Il cantautore bolognese, dalla sua statura modesta, ma dall’imponente spessore musicale, artistico e poetico – sicuramente senza precedenti – in una sera dal cielo stellato lanciò prima una nota, a seguire l’altra, e tra un pianoforte e una chitarra compose uno dei brani più famosi della musica italiana e, perchè no, mondiale.
E lo fece a S. Martino Valle Caudina, in segno di rispetto per quel luogo. Non scelse Bologna, ma un paese dell’entroterra campano per immortalarlo nella storia musicale ed artistica italiana. Un gesto di gratitudine, un ringraziamento, un gesto di fiducia che il maestro Dalla voleva regalare a quei cittadini sammartinesi. E quale trovata migliore se non gettare una piccola comunità tra le pagine di storia dove nulla e nessuno potrà mai cancellarla. Trovata geniale, trovata sublime ed intelligente, quanto le sue opere, quanto la sua cultura, quanto la sua arte, quanto il suo estro, quanto le sue note ed è il caso di dirlo: quanto “Caruso”. Grazie maestro.