BENEVENTO- Anno Domini 1610, 18 di luglio. Michelangelo Merisi, meglio noto come Caravaggio, muore a Porto Ercole in seguito ad una febbre intestinale proprio mentre Papa Paolo V Borghese era in procinto di revocare la condanna a morte nei suoi confronti. Caravaggio muore a 39 anni, sulla falsa riga di altri giganti paragonabili alla sua genialità, Mozart ma anche Raffaello, tanto per citare qualche esempio. Il pittore della Luce. Caravaggio scompagina il concetto di sacralità nell’arte; niente madonne in estasi mistica e santi adoranti ma umanizzazione estrema dell’iconografia agiografica. E la Luce è stato il fil rouge che l’associazione Arte Litteram e Luigi Mauta che ne ha curato la genesi ha utilizzato per raccontare il proprio studio sul grande artista lombardo. La mostra “Il Caravaggio – Pittore della Luce” ha attratto all’Archivio di Stato, presso la sala della biblioteca Pacca, un pubblico numeroso che ha potuto assistere all’esperimento di Arte Litteram che è quello di raccontare le opere attraverso un percorso multimediale che passa attraverso il teatro con le performances di Gianluca Bocchino e Anna Rita De Pascale, a dar voce a quanti, storici dell’arte, poeti, scrittori abbiano affrontato la tematica caravaggesca. Una iniziativa che si trasforma in una introspettiva analisi dell’uomo Merisi e quindi il riverbero personale, del tratto umano tormentato del grande artista, sulle sue opere che, come dice Mauta, alla fine costituisce il tratto saliente della rivoluzione che Merisi realizza nella storia dell’arte.
