Il 22 febbraio 2016 a Villa Doria d’Angri, a Napoli, prenderà il via la prima International Business Academy (IBA), terza edizione del Corso di Alta Formazione destinato a 20 giovani laureati che, al termine del programma di studio, potranno intraprendere la carriera di Export Manager.
L’Università del Sannio ha già realizzato negli anni passati il percorso formativo con l’ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane. Quest’anno, sempre con Unisannio capofila e il sostegno di ICE, il progetto si arricchisce della collaborazione delle Università Federico II, Salerno, SUN, Parthenope, Orientale e Suor Orsola.
La prima edizione del corso ha fatto registrare l’80% di placement a sei mesi dalla conclusione. Negli ultimi anni, con un mercato domestico in fortissima contrazione, solo le imprese che sono state in grado di operare con continuità nei mercati internazionali hanno potuto fronteggiare la crisi. Sono ancora poche, però, le imprese del Mezzogiorno che agiscono all’estero e sovente non dispongono delle competenze e degli strumenti di analisi indispensabili per valutare le scelte da compiere e le strategie da adottare.
Il progetto vede la partecipazione non solo in veste di testimoni, ma come co-docenti e partner nella progettazione dei moduli formativi, di imprenditori e manager di alcune delle più dinamiche e intraprendenti imprese campane e nazionali.
Come ha osservato Riccardo Monti, presidente dell’ICE, «il mondo ha voglia d’Italia. Stiamo cominciando a raccogliere il dividendo della globalizzazione e le imprese del Mezzogiorno hanno una grande opportunità da cogliere. Made in Italy è un vero e proprio brand che coniuga qualità e bellezza e il Mezzogiorno è ricco di prodotti in grado di essere apprezzati nel mondo. Ma bisogna iniettare nelle imprese nuova linfa, competenze innovative, conoscenza dei mercati di destinazione. L’ICE già con il varo del progetto Sud ha puntato a rafforzare la quota di export dalle regioni meridionali che oggi coprono solo il 10% delle esportazioni italiane. Troppo poco per una terra che esprime eccellenze assolute nei prodotti più apprezzati del Made in Italy, dall’alimentare all’alta moda, dalla meccanica al farmaceutico, dalla nautica al packaging. L’IBA potrà fornire un impulso formidabile alle imprese del Mezzogiorno che hanno voglia di futuro».
Accanto all’ICE, a sostenere il progetto IBA, ci sono imprese che già operano da protagoniste nei mercati internazionali, pronte a “reclutare” i talenti più interessanti che il percorso andrà a formare. Imprese come Adler Group, una multinazionale della filiera automotive, con la testa in Campania e 58 impianti in 19 paesi. Come spiega Paolo Scudieri, amministratore delegato della società, «nonostante il persistere della crisi non abbiamo mai tradito i nostri valori di riferimento: innovazione e internazionalizzazione, senza dimenticare il territorio. È per questo che crediamo fortemente nel progetto IBA. A dispetto di quanto si possa credere, l’Italia non esporta solo prodotti gastronomici d’eccezione, vini pregiati, abbigliamento. Ci sono casi come il nostro in cui le imprese italiane sono leader in settori ad alta tecnologia. E, per competere in uno scenario globale, nella costante ricerca di perfezione, di soluzioni innovative, è indispensabile poter contare su una nuova generazione di manager orientati ai mercati internazionali. I giovani che lavorano con me mi insegnano a non essere mai appagato, a non sedermi mai. Me ne circondo, e il mio obiettivo è di farli crescere».
«Per noi disporre di giovani talenti per alimentare e sostenere nel tempo la crescita delle nostre attività internazionali è una condizione necessaria – sottolinea Carlo Palmieri, amministratore delegato di Pianoforte Holding, società che controlla marchi prestigiosi del fashion italiano come Carpisa e Yamamay con oltre 1.300 store nel mondo. «Siamo in 50 paesi, alcuni con profonde differenze culturali, da Cuba all’Iran, dagli Emirati Arabi alla Germania. Ora è il momento di rafforzare la nostra presenza e con nuove energie potremo affrontare con successo le nuove sfide che ci attendono, come l’apertura ai mercati degli USA e della Cina, nei prossimi due anni, o il consolidamento dei nostri brand nel mondo arabo».
Le iscrizioni alla prima edizione dell’IBA si chiuderanno l’8 febbraio 2016. Nelle prossime settimane, il percorso formativo che abbraccia temi che vanno dal marketing alla finanza, dalle strategie alla supply chain management, agli strumenti del commercio internazionale, sarà presentato in un road-show che toccherà alcune università della regione. IBA ha una durata di 3 mesi d’aula e 3 mesi di stage in azienda garantito a tutti i partecipanti.