La Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Napoli ha disposto la confisca di beni per oltre 294 milioni di euro nei confronti di Antonio Passarelli, imprenditore 68enne ritenuto vicino alla camorra. La confisca, disposta dalla Guardia di Finanza, riguarda 18 società, nove autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni, distribuiti nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.
Le indagini, condotte dai Nuclei di Polizia economico-finanziaria di Napoli e Bologna, in collaborazione con il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (Scico), hanno accertato che Passarelli ha operato per anni nel riciclaggio di denaro e nell’intestazione fittizia di beni, in sinergia con diversi clan camorristici, tra cui i Mallardo, Di Lauro, Scissionisti, Puca, Aversano, Verde e Perfetto.
Le indagini hanno rivelato operazioni in vari settori commerciali, soprattutto immobiliari, e in diverse regioni, tra cui Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise. È emerso anche un sistema di evasione fiscale e un notevole disallineamento tra i redditi dichiarati dall’imprenditore e il suo patrimonio.