Questa mattina, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali e ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di 28 persone. Di queste, 12 sono state sottoposte a custodia cautelare in carcere, 12 agli arresti domiciliari e 4 hanno ricevuto misure interdittive che vietano loro l’esercizio di attività professionali. Inoltre, è stato disposto il sequestro cautelare di beni per un valore superiore a 1,4 milioni di euro.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, usura, esercizio abusivo dell’attività finanziaria, estorsione, favoreggiamento, truffa ai danni dello Stato e riciclaggio. L’organizzazione avrebbe inoltre commesso reati legati all’immigrazione clandestina, attraverso la presentazione di domande fittizie di assunzione per ottenere visti d’ingresso.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Salerno, hanno individuato il fulcro delle attività illecite a Sarno. Il presunto leader del gruppo è Massimo Graziano, già condannato nel 2013 per associazione mafiosa e ritenuto vicino all’omonimo clan camorristico attivo nella Valle del Lauro (AV).
Secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe concesso prestiti a tassi usurari a imprenditori in difficoltà economica. Parallelamente, tramite società fittiziamente intestate a terzi, avrebbe ottenuto finanziamenti pubblici agevolati, utilizzandoli per ulteriori operazioni illecite, tra cui l’acquisto di beni e attività speculative.
Le intercettazioni e l’analisi dei flussi finanziari hanno permesso di ricostruire un meccanismo fraudolento: l’organizzazione simulava solidità patrimoniale per accedere ai fondi del Fondo di Garanzia per le PMI, senza poi restituire i finanziamenti, causando un ingente danno allo Stato.
Tra gli indagati figurano un commercialista e due direttori di filiali bancarie, accusati di aver fornito consulenze finanziarie false per agevolare le operazioni del gruppo criminale.
Le indagini hanno portato alla scoperta di un sistema di ingresso illecito di cittadini extracomunitari, tramite la presentazione di 506 richieste di assunzione fittizie durante i cosiddetti “click day”. L’organizzazione avrebbe richiesto ai migranti fino a 5.000 euro per ogni nulla osta rilasciato.