Il Tribunale di Avellino dichiara aperta la liquidazione giudiziale dell’Asidep. La partecipata della depurazione industriale dell’Asi, dunque, è fallita, come il precedente braccio operativo del servizio, il Cgs, dal cui ramo d’azienda ha preso vita. Per i 49 dipendenti, soprattutto per i 31 in cassaintegrazione perché non assorbiti dal gestore temporaneo, il futuro è a tinte fosche. Da qui l’appello del segretario della UilM Uil, Gaetano Altieri, all’assessore regionale Marchiello.
Con l’arrivo dell’attesa decisione del Tribunale di Avellino, si apre la liquidazione giudiziale di Asidep di fronte all’istanza di fallimento presentata da 19 dei suoi 49 dipendenti, per circa 100mila euro di emolumenti vari arretrati e non saldati. Nel procedimento, però, sono intervenuti per chiedere conto dei propri crediti anche un fornitore di solventi, la Bierre Chimica di Salerno, che avanza 47mila euro, e la Manpower, per 59mila euro.
Ma questi, in realtà, hanno solo dato il via all’esame del caso. Nel provvedimento della Prima sezione – Ufficio crisi d’impresa e procedure concorsuali – del Tribunale di piazza D’Armi, infatti, il collegio giudicante illustra tutte le mancanze della società, come pure che i debiti accumulati al bilancio 2023 ammontavano a quasi 13 milioni di euro.
La decisione porterà ulteriori conseguenze su questioni e procedure in atto. Per questo motivo, rispetto al futuro dei 31 dipendenti in cassaintegrazione, il segretario della UilM Uil, Gaetano Altieri, fa appello al presidente del Consorzio, Pasquale Pisano, e soprattutto all’assessore regionale alle Attività Produttive, Antonio Marchiello, che in più occasioni, ai tavoli convocati in Regione ha fatto da garante all’accordo che vedeva il vertice Asi impegnarsi nell’assorbimento di tutte le maestranze dal primo luglio. E chiede, dunque, nelle more dell’approvazione del project financing per affidare il servizio a lungo termine, zero esuberi. Per mettere in atto una concreta ricollocazione di quanti al termine dell’eventuale proroga della cig, che scadrebbe il 30 giugno, resterebbero senza salario e senza ammortizzatori sociali.