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Avellino| Detenuto evade dal carcere, scovato in una campagna. La denuncia della Uilpa

Avellino| Detenuto evade dal carcere, scovato in una campagna. La denuncia della Uilpa

16 Agosto 2024 | by Redazione Av
Avellino| Detenuto evade dal carcere, scovato in una campagna. La denuncia della Uilpa
Cronaca
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E’ di ieri sera tardi la notizia che un detenuto è evaso dal penitenziario di Contrada S. Oronzo ad Avellino e si è dato alla fuga. Successivamente da lì a poco è stato riacciuffato. Protagonista è un detenuto ventiseienne di origini salernitane trasferito ad Avellino dal carcere di Salerno sembra, a seguito di un provvedimento di trasferimento cd. ordine e sicurezza. Il commento della Uilpa.

Pare che anche a Salerno si sia reso responsabile di una tentata evasione. Il soggetto ubicato presso il reparto penale, approfittando della scarsa presenza di personale di polizia penitenziaria in servizio, è uscito dalla sezione e varcando i vari cancelli (incustoditi per mancanza di personale) e sfruttando la sua abilità a scavalcare, saltare e arrampicarsi (sembra che in passato il detenuto abbia praticato parkour) si è
dato alla fuga.

Da lì a poco è stato dato l’allarme e prontamente l’esiguo personale che si trovava in servizio, incluso quello che terminava il turno a mezzanotte, si è messo subito alla ricerca del fuggiasco. Tutti i colleghi impegnati hanno battuto palmo a palmo il territorio circostante al carcere e successivamente hanno scovato l’evaso in
una zona di campagna adiacente al penitenziario. Arrestato dal personale di polizia penitenziaria il soggetto è stato riassociato al carcere di Bellizzi a disposizione dell’A.G..

Un apprezzamento per l’operazione svolta e il nostro ringraziamento va al personale di polizia penitenziaria del Reparto della Casa Circondariale di Avellino coinvolto, nonché un sottufficiale di Pol P en distaccato presso altra sede ma effettivo presso la C.C. di Avellino che, libero dal servizio insieme agli altri colleghi si sono subito
adoperati per assicurare il fuggitivo alla giustizia.

Ebbene si, come suol dirsi “tutto bene quel che finisce bene” ma andrà a finire sempre così? Noi ci auguriamo di si, però purtroppo temiamo di no! Ormai la situazione del carcere di Avellino è sotto gli occhi di tutti. Al poco personale di polizia penitenziaria si affianca un sovraffollamento di circa 150 detenuti. Il poco personale operante è costretto a ricoprire anche due tre posti di servizio con turni anche di dodici ore; nonostante tutto i pochi colleghi cercano di portare avanti il loro mandato istituzionale con tanti sacrifici e con tanto spirito di dedizione.

E’ per questo motivo che noi temiamo non potrà sempre finire bene. Servono cambiamenti radicali, riforme
strutturate destinate a perdurare nel tempo, affinché si ponga fine alla infinita serie di problematiche che coinvolgono l’intero sistema penitenziario della nostra penisola.

I ringraziamenti della segretaria regionale del Sappe, Tiziana Guacci: “Il pubblico ringraziamento del SAPPE ai poliziotti intervenuti che, come sempre, hanno dimostrato grande senso del dovere ed elevata professionalità. Ancora una volta il personale di polizia penitenziaria si è distinto dimostrando alta professionalità e senso del dovere, mentre assistiamo all’ennesimo episodio di disfunzionalità e cattiva organizzazione del carcere Irpino. Chiediamo per questo personale la giusta ricompensa.”  La sindacalista evidenzia infine che “di recente l’istituto Avellinese è stato interessato dall’ennesima ispezione Dipartimentale che, a quanto ci viene riferito, ha trovato una situazione disastrosa. Ed allora ci chiediamo, ancora una volta, cosa si aspetta ad adottare interventi concreti, urgenti e risolutivi. Il personale di polizia penitenziaria è stanco e si sente abbandonato, chi ha la responsabilità politica ed amministrativa deve capire che così non si può più andare avanti”.

Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE commenta: “Bravissimi i colleghi di Avellino, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione. Anche questa evasione lampo è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui”, conclude il leader del SAPPE, per il quale “servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta! Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude Capece.

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