Inchiesta sui presunti corsi di formazione fantasma all’Alto Calore, accolta la richiesta di revoca della misura interdittiva della sospensione temporanea da un pubblico ufficio o servizio nei confronti dell’ex amministratore unico della spa di corso Europa, Michelangelo Ciarcia.
L’istanza presentata dai suoi difensori, i penalisti Nello Pizza e Claudio Botti, è stata accettata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio. Il gip si è espresso positivamente visto il parere favorevole del pm, alla luce del tempo trascorso dall’applicazione della misura interdittiva e considerando che le esigenze cautelari possono dirsi cessate.
Inoltre, la difesa ha nuovamente sottolineato come le aziende incaricate di condurre i corsi erano responsabili di certificare la presenza dei dipendenti. L’operazione, insomma, non prevedeva nessun coinvolgimento diretto da parte dell’ex presidente e la selezione del personale avveniva da parte dei responsabili di ciascun ufficio che designavano i partecipanti.
Alcuni corsi, poi, erano svolti online, mentre altri in aula magna. Dunque, secondo Pizza e Botti era impossibile per Ciarcia essere a conoscenza diretta di chi effettivamente partecipasse ai corsi.
L’inchiesta è partita nel febbraio del 2023 ed è legata soprattutto ai riflessi a livello fiscale scoperti dalle Fiamme Gialle del Nucleo Pef di Avellino. Nell’udienza davanti al gup che si è riservato al 18 ottobre la decisione sul rinvio o meno a giudizio per i 13 indagati, la società di Corso Europa si è costituita parte civile per il reato di peculato.
Per i sostituti procuratori Luigi Iglio e Vincenzo Toscano, invece, Ciarcia sapeva dell’assenza dei dipendenti.