E’ ormai la Corte dei Conti l’unico vero grande incubo dei pubblici amministratori.Se un tempo erano le Procure ora sono i giudici contabili che mirano dritto alla tasca degli amministratori che nel caso di presunte e poi acclarate malversazioni rispondono in solido, vale a dire rimettendoci finanziariamente di persona. Nel caso in ispecie la Corte dei Conti ha invitato 17 persone, tra cui attuali ed ex consiglieri regionali della Campania, a fornire deduzioni per un’ipotesi di danno erariale che viene contestata dalla procura regionale della CORTE DEI CONTI. Il totale del danno ammonterebbe a 3 milioni 688.177,41 euro.
Tra i chiamati a depositare deduzioni ed eventuali documenti, nel termine di 45 giorni, figurano il presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, le vicepresidenti Loredana Raia e Valeria Ciarambino, i componenti dell’ufficio di presidenza Andrea Volpe, Massimo Grimaldi, Fulvio Frezza, Alfonso Piscitelli, l’ex presidente del Consiglio regionale della Campania Rosa D’Amelio, con gli ex componenti dell’ufficio di presidenza Antonio Marciano, Vincenzo Maraio, oggi segretario nazionale del Partito socialista italiano, Flora Beneduce, Ermanno Russo e Tommaso Casillo.
L’iniziativa, le cui indagini sono state delegate al Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Napoli, riguarda indennita’ accessorie erogate a favore di responsabili di segreteria e coordinatori incardinati negli uffici di diretta collaborazione e correlati al supporto del Consiglio regionale e dei gruppi consiliari della Regione Campania. In particolare, sarebbero state create posizioni dirigenziali attribuendo emolumenti integrativi, parametrati ai livelli dirigenziali, a favore dei coordinatori amministrativi dei gruppi consiliari e dei responsabili di segreteria delle commissioni consiliari. Deliberazioni dell’ufficio di presidenza avrebbero, quindi, istituito una figura economica parametrata a quella dirigenziale, sconfinando nell’ambito di competenza del legislatore nazionale e andando in violazione del contratto collettivo nazionale e della stessa normativa regionale.