Stamane nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Avellino è ripartito dal video della colluttazione il processo per l’omicidio di Roberto Bembo, il ventenne di Mercogliano accoltellato all’alba del Capodanno 2023 di fronte al Bar Verdarina di via Nazionale Torrette e deceduto 10 giorni dopo all’ospedale Moscati dove era stato immediatamente ricoverato.
Accusato materialmente dell’omicidio Niko Iannuzzi, reo confesso, mentre per i fratelli Luca e Daniele Sciarrillo l’ipotesi di reato è complicità in omicidio. La scena della lite partita da un’auto fuori posto in un parcheggio è stata ripresa dalla telecamera esterna nel negozio di abbigliamento adiacente al luogo dove si consumò il fatto di sangue. A descrivere i fatti è l’ispettore della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Avellino, Roberto De Fazio, che ricostruisce la fase cruciale della lite e dell’aggressione subita da Bembo a coltellate.
“Innanzitutto, tre soggetti si avvicinano alla Polo di Iannuzzi. Una persona esce dalla macchina e inizia la zuffa, altri li dividono e i gruppi si separano. Poco dopo, si vede una sagoma che prima cammina, poi corre e raggiunge l’auto di Iannuzzi. E’ Roberto Bembo, che cade dopo aver inferto un colpo a mani nude ai tre ragazzi. Si intuisce che Roberto avverte un fendente e mette la mano vicino al collo, dirigendosi dall’altra parte del parcheggio barcollando mentre – conclude l’ispettore – era attorniato dai suoi tre aggressori”.
Attraverso la visione del video, non del tutto nitido ma che non è stato possibile migliorare, De Fazio ha confermato anche alcune dichiarazioni sommarie rese dalle prime testimonianze e risposto alle domande del Pm, dei difensori degli imputati, gli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella, e del difensore delle parti civili, Gerardo Santamaria.
“Dopo il primo contatto – spiega il poliziotto – Bembo si è diretto verso gli altri imputati dove dove è stata poi inferta la coltellata. Erano tre persone, a stretto contatto e, in quel momento, gli amici di Bembo non c’erano probabilmete perché ritenevano la zuffa finita. Quella sera stessa a casa di Iannuzzi la polizia sequestrò alcuni vestiti intrisi di sangue, poi l’avvocato Aufiero comunicò la volontà dei ragazzi di costituirsi presso la Questura di Avellino.
Prossima udienza il 10 luglio, quando saranno ascoltati i testimoni di parte civile.