Nella prima mattinata odierna, personale della D.I.G.O.S. coordinato dalla locale Procura della Repubblica, a seguito di indagini condotte in collaborazione con la D.I.G.O.S. della Questura di Vicenza, ha tratto in arresto Cecere Stefano classe 84 capo ultras irpino, noto alle Forze di Polizia. L’arresto è la conseguenza della sua condotta criminosa realizzata all’interno dello stadio “Romeo Menti” di Vicenza lo scorso 2 giugno. Il Cecere, nel corso della semifinale dei playoff Vicenza-Avellino, si rendeva responsabile di gravi atti di intemperanza da cui scaturiva la sospensione per alcuni minuti della gara, tramessa in diretta sui canali Rai Sport.
L’arrestato dopo aver scavalcato la recinzione, raggiunto il terreno di gioco, si portava sotto al settore occupato dai tifosi vicentini e colpendo con due pugni un tifoso locale tentava di impossessarsi di uno striscione. La sua condotta poneva in pericolo la gestione dell’Ordine Pubblico determinando momenti di forte tensione tra le rispettive tifoserie. Per tale gara, attesa la forte e storica rivalità tra le opposte tifoserie oggetto anche di valutazione dell’Osservatorio sulle Manifestazione Sportive del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, era stato predisposto adeguato servizio di ordine e sicurezza pubblica dalla Questura di Vicenza che consentiva di evitare ulteriori e più gravi disordini.
La visione delle immagini del sistema di videosorveglianza dello stadio di Vicenza fornite da quella D.I.G.O.S. e la conoscenza dell’ambiente ultras da parte della D.I.G.O.S. della Questura di Avellino ha consentito la ricostruzione degli accadimenti e la compiuta identificazione del supporter avellinese.
Dopo le formalità di rito e su disposizione del PM di turno della Procura della Repubblica di Avellino, il Cecere veniva tradotto presso la casa Circondariale Antimo Graziano di Avellino.
“Non ha importanza dove si è nati, quando come e dove si sono avuti i primi approcci con il calcio, per diventare un appassionato, un tifoso. Il Tifo è una malattia giovanile che dura tutta la vita.” (Pier Paolo Pasolini). Il tifo non è violenza ma è tolleranza.