Torna in libertà l’architetto Fabio Guerriero, indagato nell’inchiesta “Dolce Vita” e agli arresti domiciliari dal 18 aprile nell’ambito dell’aiuto dato a una concorrente al concorso per 3 posti di funzionario tecnico, categoria D1, al Comune di Avellino. Stamane l’udienza e in serata la decisione dei giudici dell’VIII Sezione del tribunale del Riesame di Napoli, che hanno accolto le istanze avanzate dai suo avvocati, Nicola Quatrano e Marino Capone.
In pratica, non si è più ravvisata l’esigenza di una misura cautelare restrittiva per l’ex presidente dell’ente Parco dei Monti Picentini, così vome stabilito dal gip del Tribunale di Avellino, Giulio Argenio, che aveva firmato un’ordinanza cautelare per lui, per l’ex sindaco del capoluogo irpino, GianlucaFesta, e per l’ex dirigente comunale Filomena Smiraglia (da alcuni giorni sottoposta all’interdizione dai pubblici uffici per un anno).
Ancora non è stato emesso, invece, l’esito del Riesame per lo stesso ex primo cittadino. Una decisione molto attesa da sostenitori e candidati della sua amministrazione, come pure dai suoi avversari politici.
Per Guerriero sono prevalse le tesi difensive dei suoi legali che hanno basato il ricorso sull’insussistenza della rivelazione del segreto d’ufficio in quanto né l’architetto né Marianna Cipriano (professionista che lavorava nel suo studio e secondo gli inquirenti sarebbe stata favorita avendo ricevuto in anticipo le domande), anche lei indagata ma a piede libero, erano pubblici ufficiali.
Festa, Guerriero e Smiraglia sono accusati a vario titolo di depistaggio, frode, turbata libertà degli incanti, falso in atto pubblico e corruzione.
