La puzza nauseabonda presente a Ponte Valentino e più volte portata in emersione dalle denunce di Altrabenevento. Una storia che si trascina da mesi e che ora comincia a delinearsi nella sua interezza. Dopo l’intervento della Regione che individuava in tre direttrici la provenienza dei miasmi, Depuratore Asi, Bo Industries e Sanav per l’appunto ora il puzzle si compone di un ulteriore tassello e c’è sempre Sanav al centro dell’attenzione.
Nel pomeriggio di oggi i Carbinieri della Compagnia di Benevento, su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo sannita, hanno provveduto ad apporre i sigilli all’impianto di essiccazione dell’azienda e di 14 containers scarrabili, sempre di Sanav, azienda specializzata per il trattamento dei rifiuti di stanza nell’area Asi di Ponte Valentino.
Tale sequestro veniva disposto dopo che nella mattinata del 13 febbraio scorso i militari avevano eseguito una ispezione dettagliata dei luoghi.
I 14 containers, secondo gli investigatori, contenevano fanghi essiccati e da essiccare e il provvedimento si è reso necessario ritenendo fondato il pericolo che la libera disponibilità di quanto sequestrato potesse “aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di ulteriori reati, essendo l’impianto in funzione”, così recita testualmente il comunicato emesso dalla Procura della Repubblica.
“Inosservanza delle prescrizioni indicate nell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti”, questo sarebbe il motivo che ha indotto gli inquirenti ad intervenire e l’attenzione si è focalizzata sull’impianto di essiccazione dei fanghi derivanti dal trattamento di rifiuti speciali liquidi, pericolosi e non pericolosi, in funzione all’interno di uno dei capannoni.
E’ emersa anche l’impossibilità di tracciare con esattezza la composizione dei diversi fanghi presenti. L’intera area con i cassoni presenti è stata sottoposta a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei Carabinieri.
La nota della Procura di Benevento
Nel pomeriggio odierno, all’esito di una attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Benevento, militari della Compagnia Carabinieri di Benevento hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo dell’impianto di essiccazione e dei 14 containers scarrabili per rifiuti contenenti fanghi essiccati e da essiccare di una azienda di trattamento dei rifiuti beneventana emesso dal GIP, su richiesta della Procura, ritenendo la sussistenza del fumus commissi delicti in relazione all’art. 29 quattuordecies c. 3 d.lgs. 152/06 e il pericolo che la libera disponibilità di quanto in sequestro potesse aggravare o protrarre le conseguenze del reato ovvero agevolare la commissione di ulteriori reati, essendo l’impianto in funzione.
Tale sequestro veniva disposto dopo che nella mattinata del 13 febbraio, militari della Compagnia Carabinieri di Benevento davano esecuzione ad un decreto d’ispezione di luoghi e di cose presso un’azienda dell’area industriale che si occupa dell’attività di depurazione e recupero di rifiuti liquidi speciali pericolosi e non pericolosi, raccolta e depurazione acque di scarico emesso dalla Procura della Repubblica di Benevento.
Al termine delle operazioni, la P.G. procedeva al sequestro preventivo d’urgenza dell’impianto di essiccazione e di quattordici cassoni contenenti fango essiccato e da essiccare, per inosservanza delle prescrizioni indicate nell’autorizzazione per la gestione dei rifiuti.
Le attività svolte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Benevento, con l’ausilio dell’ARPAC e di un consulente tecnico nominato dall’Ufficio di Procura, si focalizzava sull’impianto di essiccazione dei fanghi derivanti dal trattamento di rifiuti speciali liquidi (pericolosi e non pericolosi), in funzione all’interno di un capannone ove veniva rilevata la presenza di un macchinario per l’essicazione dei fanghi.
Gli operanti riscontravano la presenza nell’impianto di fanghi di diverso tipo in assenza di tracciabilità, nonché la commistione di alcuni di essi senza alcuna prova analitica che fosse in grado di evidenziare la similitudine della loro natura e una verosimile miscelazione e gestione illecita dei rifiuti.
L’intera area con i cassoni presenti e veniva sottoposta a sequestro preventivo d’urgenza da parte dei Carabinieri. La Procura di Benevento richiedeva al Giudice per le Indagini Preliminari la convalida del sequestro d’urgenza e l’emissione di decreto di sequestro preventivo, il GIP, convalidato il sequestro d’urgenza, disponeva il sequestro preventivo oggi eseguito.