Dodici arresti e 10 milioni di euro sequestrati per equivalente. Sarebbe questo il bilancio di una maxi operazione ancora in corso di svolgimento tra Solofra e Montoro da parte della Guardia di Finanza del Comando provinciale di Avellino e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo irpino. Dalle prime indiscrezioni, l’attività riguarderebbe società cartiere operanti nel settore conciario che alimentavano un giro di fatture false. Sotto i riflettori il periodo che va dal 2020 al 2021. Le ipotesi di reato andrebbero da associazione a delinquere, operazioni inesistenti, riciclaggio ed autoriciclaggio. In pratica, sarebbe stata accertata la produzione di fatture false i cui pagamenti sarebbero stati fatti transitare su conti correnti, libretti postali e carte ricaricabili. Molto giovani, a quanto pare, le persone coinvolte e sottoposte a misure cautelari.
Questa la nota della Gdf inviata a resoconto dell’operazione.
In data odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Avellino hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari personali in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Avellino, nei confronti di 12 persone, indiziate – allo stato delle indagini preliminari – a vario titolo, della commissione di delitti di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio ed autoriciclaggio di proventi di reati fiscali, in taluni casi da loro stessi commessi. La medesima A.G. ha, inoltre, disposto sequestro di denaro, beni mobili ed immobili appartenenti al sodalizio criminoso, per un valore complessivo superiore ai 10 milioni di Euro. Contestualmente sono, altresì, state eseguite perquisizioni locali e personali, oltre che dei medesimi soggetti, anche delle imprese a loro riconducibili.
L’operazione costituisce il primo esito di una complessa indagine eseguita da militari della Tenenza di Solofra, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Avellino, nei confronti di persone ed imprese, operanti nel settore conciario, aventi sede prevalentemente nei territori di Solofra e Montoro (AV), che sono gravemente sospettate di essersi associate tra loro, organizzando un sistema volto all’immissione nel circuito economico finanziario di ingenti somme di denaro provenienti da fatturazioni per operazioni inesistenti. In particolare, tali somme di denaro venivano fatte transitare su altri conti e depositi o prelevate in contanti mediante continue e frequenti operazioni agli sportelli automatici,
realizzando un costante e vorticoso giro di flussi finanziari tale da ostacolarne la provenienza
delittuosa.
L’attività svolta rimarca il ruolo preminente della Procura della Repubblica di Avellino e del Corpo della Guardia di Finanza nel contrasto alle frodi fiscali e del mercato dei capitali, a salvaguardia delle risorse pubbliche e dell’economia legale.